rassegna stampa roma

E' una Roma in altalena

(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) – Una squadra che ancora non ha trovato la sua reale dimensione. Un tragitto, quello della nuova Roma, che finora è stato percorso con alti e bassi.

Redazione

(Corriere dello Sport - A.Ghiacci) - Una squadra che ancora non ha trovato la sua reale dimensione. Un tragitto, quello della nuova Roma, che finora è stato percorso con alti e bassi.

Il risultato, fino a questo momento, parla di 6 sconfitte nelle prime 14 uscite stagionali tra campionato ed Europa League. Poi, 3 pareggi e 5 vittorie. Manca ancora tanto nel processo di crescita, lo sanno anche i dirigenti. La prova è arrivata nella notte di Udine, nei momenti immediatamente successivi  alla sconfitta, quando il direttore sportivo Walter Sabatini, per la prima volta, ha parlato «di carenza di personalità e voglia» , dicendo tra l’altro l’esatto contrario di ciò che pensava e aveva manifestato poco prima Luis Enrique. Momento non facile, insomma, in casa-Roma.

ANDAMENTO - L’analisi del sali e scendi messo in scena finora dal gruppo giallorosso, è chiara se si guardano i dati relativi alle sfide affrontate in campionato. Non male contro le squadre che occupano un posto peggiore in classifica, malissimo contro chi viene prima. Cioè grande con le piccole e viceversa. Basta osservare la distribuzione dei 17 punti della classifica romanista: 14 ottenuti contro chi è sotto, soltanto 3, ottenuti peraltro con il Palermo contro chi è sopra. Una differenza evidente, anche nella percentuale dei punti conquistati: oltre il 58% nel primo caso, appena il 25% nel secondo.

TEMPO - Il nuovo piano impostato da DiBenedetto e Unicredit richiede pazienza. Una richiesta avanzata subito, a inizio stagione, dai nuovi dirigenti e concessa dai tifosi, sicuri che alla fine il progetto andrà a buon fine. Ora però, soprattutto dopo la sconfitta di Udine, in tanti hanno cominciato ad avanzare i dubbi più disparati, la maggior parte dei quali riguardanti le scelte del nuovo tecnico Luis Enrique. La squadra però, ha necessariamente ancora bisogno di tempo. In tanti, almeno sette tra i giocatori più importanti, sono impegnati per la prima volta nel campionato italiano. Molti sono giovani, tanto giovani, e l’esperienza lontano da casa richiede tempo per avere successo. Anche il fatto che la Roma parli più lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese) può incidere in termini di comprensione e intesa da raggiungere in campo.

NUMERI - Tutti questi fattori hanno inciso senza ombra di dubbio sul rendimento della nuova Roma. Che, quando si è trovata di fronte una squadra messa meglio in classifica, ha praticamente sempre perso. Lazio, Milan e Udinese hanno fatto bottino pieno contro i giallorossi. E in tutte e tre le occasioni, per un motivo o per un altro, è emersa la sensazione che la Roma non avesse ancora le “armi” per competere con tali avversarie. «Vincere quest’anno? Temo di no...» , aveva confessato De Rossi. E De Rossi di calcio se ne intende. Gli unici 3 punti contro una squadra più in alto in classifica sono stati ottenuti contro il Palermo, il primo ottobre, quando Lamela decise di bagnare il suo esordio con il primo (e finora unico) fantastico gol con la maglia giallorossa.

PUNTI - Decisamente meglio la Roma si è comportata quando ha affrontato le squadre messe peggio (e tra queste c’è l’Inter). A parte il primo passo, quando arrivò la sconfitta con il Cagliari, i giallorossi hanno vinto 4 gare su 8, perdendo soltanto a Genova ( «La mia migliore Roma» disse Luis Enrique) e pareggiando a Milano con l’Inter. E ora? La pazienza? Qualche tifoso resiste ancora, qualcun altro l’ha già finita. la Roma cerca continuità, provando a ripartire, dopo la nottataccia di Udine, da una trasferta difficile come quella di Firenze.