(Corriere dello Sport - A. Ghiacci) - No, non ci sono soltanto le riprese contro Atalanta e Lazio in cui la sensazione è stata netta. La Roma ha subìto tutti gli 8 gol (6 di campionato e 2 di Europa League) nei secondi tempi e quindi dopo l’intervallo paga un dazio pesante, soprattutto in termini di punti.
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E' una Roma ancora a metà
(Corriere dello Sport – A. Ghiacci) – No, non ci sono soltanto le riprese contro Atalanta e Lazio in cui la sensazione è stata netta. La Roma ha subìto tutti gli 8 gol (6 di campionato e 2 di Europa League) nei secondi...
Tra primi e secondi tempi la differenza è sostanziale, parla di un meno sette in classifica su cui bisognerà iniziare a ragionare al più presto. Nei primi tempi delle otto partite giocate finora la porta giallorossa è rimasta inviolata. Sindrome da ripresa, si potrebbe dire.
PROVA - Nelle ultime due partite i tifosi giallorossi lo hanno visto con i loro occhi: prima una squadra capace di tenere bene il campo, di mettere in pratica le direttive di Luis Enrique in maniera sciolta e di segnare, dopo gambe bloccate e movimenti che non funzionano più. Quindi la Roma sa cosa deve fare e lo fa; solo in parte però. La prima frazione del derby è l’ultima prova, i giallorossi hanno dato l’impressione di poter mettere in difficoltà la Lazio più volte. Le due squadre erano schierate in maniera speculare, ma quella di Luis Enrique ha dato la sensazione di occupare meglio le varie zone, i giocatori hanno dialogato come da programma, il continuo appoggio degli esterni ha permesso di creare occasioni con una certa facilità. Il problema è sorto nella ripresa. La Lazio, si è visto subito, è partita molto più forte, la Roma in maniera distratta: dopo sei minuti rigore, espulsione e gara cambiata definitivamente.
NUMERI - Il cambio, come detto, non è però soltanto di “identità”. Perché i numeri parlano chiaro. Se le partite finissero al minuto 45, la Roma in campionato sarebbe seconda in classifica a 12 punti, ben quattro in più degli attuali 8 (prima nella classifica parziale è l’Udinese a quota 14). Ma nel secondo tempo? I giallorossi nella graduatoria dei minuti che vanno dal 45 al 90 di punti ne avrebbero soltanto 5, terzultimi con Catania e Parma. La differenza parla di meno 7, non poca roba. Frutto anche dei gol subiti nella ripresa visto che nei primi tempi i portieri della Roma non sono mai stati battuti. Si è partiti con lo Slovan Bratislava, nel play off di Europa League, ma allora si era solo all’inizio. In campionato però sono state giocate già sei partite, e la tendenza negativa non ha trovato rimedio: Cagliari, Siena, Atalanta e Lazio hanno punito Totti e compagni nel secondo tempo. In mezzo ci sono stati lo 0-0 di Milano con l’Inter e la vittoria di Parma per 1-0.
MOTIVI - Le spiegazioni del fenomeno possono essere molteplici. Prima di tutto c’è il fatto che la Roma è una squadra praticamente rivoluzionata. Poi, va detto che delle tante novità, buona parte è arrivata in giallorosso da non più di due mesi per cui avrà bisogno di ancora un po’ di tempo per ambientarsi. Ancora: tanti giovani, alcuni giovanissimi, alla prima esperienza in Italia dove il campionato non è dei più semplici al mondo. E poi il progetto tecnico totalmente nuovo: la lezione è stata appresa, i primi tempi lo dimostrano, ma ora bisogna espletarla per tutta la partita. Infine l’intensità, la testa. Nei giorni scorsi anche Luis Enrique aveva sottolineato questo aspetto. E proprio su questo si sta basando in queste ore il lavoro del tecnico.
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