(Corriere dello Sport - A.Ghiacci/R.Maida) - L’entrata in scena, indossando la maglietta con un guantone, aveva fatto credere a una girandola di pugni tirati contro il mondo.
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“ E’ Reja l’uomo derby “
(Corriere dello Sport – A.Ghiacci/R.Maida) – L’entrata in scena, indossando la maglietta con un guantone, aveva fatto credere a una girandola di pugni tirati contro il mondo.
Invece Francesco Totti ha usato la mano tenera. La sua conferenza stampa, prima intervista della stagione al di là di una breve dichiarazione al Roma Channel nel giorno del raduno, è stata preparata, studiata, costruita proprio per essere distensiva. Perché comunicare nella settimana di un derby che non può giocare? «Avevo promesso alla società che sarei venuto a parlare prima di farmi male. E ho rispettato gli accordi. Ho preferito aspettare ai tempi di Riscone, starmene tranquillo in silenzio, perché c’era stata l’intervista di Baldini. Ora eccomi qua» . E’ stato lui a decidere il momento giusto, proprio tenendo in considerazione il prossimo arrivo del direttore generale: un messaggio conciliante era quello che la Roma desiderava. In quarantacinque minuti e trentadue risposte, Totti è stato goliardico nei confronti della Lazio (ma questa non è una novità) e garbato verso allenatore e società, selezionando con cura parole e toni per non essere frainteso. Alla fine questo incontro con 66 giornalisti accreditati ( «Ma quanti siete?» ) sarà ricordato più per l’ironia, apprezzata o molesta a seconda degli schieramenti, che per le stoccate. Una carezza in un pugno. Anzi, in un guantone.
«Su Olympia non rispondo Altrimenti mi arrestano»
La battuta che ha infastidito i laziali arriva inaspettata. Non ordinaria, davanti a una domanda normale: chi può essere l’uomo derby? Totti non ha dubbi: «Reja» . Pausa, silenzio, risate della platea nella sala stampa di Trigoria: «E’ un portafortuna » . Perché ha perso quattro derby su quattro: « E speriamo che non cambi. No, dai, scherzi a parte, penso che Klose possa esserlo. Mi auguro che non giochi perché non mi aspettavo che fosse così forte» . E l’ironia non si ferma qui: « La Lazio è favorita, come sempre. Per me il derby non è una partita come le altre, è una partita speciale. Anche se per noi vale tre punti. Vincerne cinque o sei non cambia molto...» . Ricordando la serie che ha portato a cinque le vittorie di fila della Roma. E ancora. Siccome l’aquila Olympia non volerà prima del derby, Totti scherza di nuovo: «Non so cosa dire, perché se rispondo in un certo modo mi arrestano. L’aquila che vola era una bella coreografia. Vorrà dire che andrà al mare, insieme ai gabbiani. Tanto sono tutti uguali... » . Senza offesa per i gabbiani, già abbastanza umiliati dal «Jonathan Livingston» di Richard Bach, l’aquila ha la fama di uccello molto più affascinante. Anche questo paragone non ha fatto piacere ai tifosi della Lazio, che della loro Olympia hanno fatto un’icona. Ripensando ai derby del suo passato, Totti sceglie senza esitazioni: «L’ultimo, vinto grazie alla mia prima doppietta. Era un periodo di critiche, si ricominciava a dire che non ero decisivo, che sarebbe stato meglio per la Lazio se avessi giocato. Poi ho giocato e abbiamo vinto. Meglio per tutti no? » . Avrebbe voluto viverlo da protagonista, anche questo Lazio-Roma: « Sarei andato in panchina in borghese. Ma dopo quello che è successo anni fa ( febbraio 2006, andò a bordo campo scatenando le polemiche, ndr) è meglio di no. E credo che non andrò allo stadio, vedrò la partita a casa. Dovessero picchiarmi...» .
«Non gioco contro la Lazio ma smetterò solo a 40 anni»
Si gratta la testa, usa il tavolo come un tamburello con le dita, non vorrebbe confermare quello che un’ecografia ha già certificato: « Purtroppo salterò il derby. Ho cercato fino all’ultimo di recuperare ma non ce l’ho fatta. Cercherò di dare lo stesso il mio contributo alla squadra, stando con i compagni. Quanto ai romani, ci sono De Rossi e Rosi che sono tifosi doc. Saranno loro a rappresentarci » . Il problema è che Totti rischia di fermarsi per un po’, più per la sciatalgia che per la lesione alla coscia destra: « Non so quando rientrerò, spero già con il Palermo ma dovremo valutare giorno per giorno» . Definisce l’infortunio « una casualità » , ma si dice amareggiato perché «ero al top della condizione » . Gli acciacchi però non lo hanno mai fatto pensare male. Se Ibrahimovic e Cassano sono stanchi di giocare a calcio, lui ha un’altra idea: «Spero che Ibra e Cassano continuino perché sono due campioni. Ma dev’essere l’aria del nord a stressarli... Io voglio andare avanti fino a 40 anni. Se sto bene, voglio giocare » . Nella Roma? Tanto per essere chiari: «Certo. Se non mi cacciano. Sono qui da vent’anni, me ne vado proprio adesso? » . Si era parlato di un’offerta dei Los Angeles Galaxy: « C’era qualcosa ma adesso mi sento di escludere un addio alla Roma. Poi si sa, nel calcio tutto è possibile. Quando non servi, ti danno un calcio. Ma se mi fanno rimanere, io resto» . Difficile che la Roma prenda a calci un simbolo. Anche dopo la scadenza del contratto da giocatore, nel 2014: « Dopo, sono previsti altri cinque anni di dirigente. Il mio futuro è quello anche se, sinceramente, non ne ho mai parlato a nessuno. Perché in questo momento penso solo a fare il mio lavoro, che è quello di giocare. Il calcio mi ha dato tutto, è la mia passione, non voglio dedicarmi a nient’altro adesso » .
«Con il tecnico rapporto buono Chi mi ricorda? Spalletti e Zeman»
Di allenatori in carriera ne ha avuti tanti. « Luis Enrique? Mi ricorda Spalletti, ma anche Zeman. Sono tecnici che impostano tutto sul gioco, sull’attaccare per fare un gol in più degli avversari » . Il primo giudizio di Totti sulla guida tecnica scelta dalla Roma per il nuovo corso è piuttosto chiaro. Il capitano giallorosso, d’altronde, apprezza da sempre il calcio impostato su temi tattici precisi: quando arrivò Spalletti, anche per tirare in ballo Capello, disse che si stava divertendo molto e non vedeva schemi del genere dai tempi in cui a Trigoria c’era Zeman. Quindi dopo le incomprensioni iniziali, tra Totti e Luis Enrique è tutto a posto? « Nel primo periodo qualcosa non quadrava. Stavo bene, non avevo acciacchi, eppure il tecnico, come è giusto che sia, faceva altre scelte. Ho chiesto spiegazioni, sono arrivate e da lì tutto è cambiato. Ora con l’allenatore ho un rapporto molto buono» . Poi, ecco il senso di quelle spiegazioni chieste dal capitano: «Non c’eravamo capiti, non capivo perché non giocavo...» . Alla fine però, è arrivata l’intesa, su tutto: « Per me è un allenatore che può fare davvero bene in questa città. Il suo calcio è nuovo per l’Italia. Spero, ma è molto difficile e ci vuole tempo, che un giorno si possa vedere un gioco simile a quello del Barcellona » . Un calcio tutto nuovo ma anche un ruolo nuovo per Totti. Non nuovissimo per la verità, ma il numero dieci è tornato a giocare sulla trequarti, come faceva quando era più giovane. Non è più il centravanti, ruolo che gli aveva dato Spalletti e che gli ha permesso di segnare centinaia di gol, ora è regista d’attacco: « E’ ovvio che per uno abituato a segnare tanto, essere a quota zero gol dopo cinque partite non è piacevole. Luis Enrique è convinto che posso segnare tanto anche da lì, mi ha detto che posso battere tutti i record. E poi con lui la prima punta non c’è più... Comunque il ruolo mi piace» .
«Baldini? La frase sulla pigrizia mi ha dato fastidio, ma l’ho accantonata»
Il capitano ha detto la sua anche sul nuovo progetto americano. Il giudizio di Totti non era ancora mai stato espresso, c’era attesa. L’impressione che DiBenedetto ha fatto a Totti è buona: «Progetto nuovo, giovane, importante. Sono pronti a fare una grande squadra come la città merita. Dopo qualche piccola difficoltà dovuta al fatto che non conoscono Roma, credo che le figure competenti scelte a tutti i livelli daranno risultati. DiBenedetto? L’ho incontrato, soltanto che lui provava a parlare italiano e io inglese quindi è stato un po’ difficile...» . Anche quest’anno, a inizio stagione, Totti si è sentito un po’ al centro di troppe polemiche, quasi fosse lui uno dei problemi della Roma: «Sì, perché erano uscite delle parole che mi avevano dato fastidio, come pure l’intervista di Baldini. Con Franco ho avuto sempre un bellissimo rapporto. Quando arriverà spiegherà cosa volesse dire con “pigrizia”. Ma io ho già accantonato questa storia per il bene della Roma. Lui è un direttore conosciuto nel mondo, uno dei più bravi, sono contento che sia nello staff della Roma, spero di poter tornare a vincere insieme» . E ancora: «Spero di non essere mai un problema per la Roma, anche perché ho dato sempre qualcosa in più per questa società. Alla fine ho chiesto al direttore (Sabatini, ndr) se facessi ancora parte del progetto: mi è stato detto che ne ero al centro e le cose sono cambiate» . Ma quello che i tifosi vogliono sapere è se il piano della nuova dirigenza è vincente. Ecco Totti: «La squadra è stata ringiovanita, il progetto è da qui a cinque anni. In Italia vincere è difficile ma credo che potremo dire la nostra. E spero di vincere prima di cinque anni perché mi scade il contratto... (ride, ndr). Scudetto? E’ roba per la zona nord» . Poi, un ricordo del passato, una dirigenza che non c’è più: «Chiaro che con i nuovi non potrò mai avere il rapporto che avevo con Rosella Sensi, Pradè e Conti, con loro sono cresciuto. C’era un legame che andava al di là dell’aspetto professionale, non li dimenticherò mai e gli sarò sempre grato. Però è arrivata gente seria, che vuole il bene della Roma» .
«De Rossi vuole rimanere, mi fermo qui. E’ una questione sua»
Un altro capitolo importante della Roma di questo periodo è il contratto in scadenza di De Rossi. Totti non si sottrae alla domanda: «Con Daniele ho parlato tantissime volte, la sua intenzione è quella di rimanere a vita qui. Però nello specifico non siamo entrati perché sono cose sue private, spero che possa firmare il prima possibile. Spero davvero che si sistemi tutto e si rinnovi perché questa vicenda è andata oltre quello che si doveva» . Totti sui nuovi acquisti non si sbilancia, tra i tanti volti nuovi arrivati a Trigoria quest’anno non ne indica uno che lo ha colpito in particolare: « No, sono davvero tutti molto bravi. Si stanno impegnando per dare un contributo importante, poi è ovvio che quando cambi città e squadra il primo anno è quasi sempre molto difficile » . Lo spunto per un giudizio arriva dal possibile sostituto di Totti ora che il capitano è out. Pjanic e Lamela sono tra le varie opzioni: «Pjanic? Tecnicamente è davvero formidabile. Anche se da fuori sembra un po’ lento ha la capacità di anticiparti un secondo prima e metterti in difficoltà. Lamela l’ho visto poco, anche a causa del problema che ha avuto, da come me ne hanno parlato è un calciatore che può fare la differenza. E’ giovane e deve crescere con tranquillità perché Roma è una piazza difficile. Se può essere lui il mio erede? Spero di sì, sarebbe una fortuna visto che ce l’abbiamo in casa» . Il gruppo giallorosso sembra crescere bene, i giocatori cominciano a conoscersi, la squadra si abbraccia in un cerchio prima delle partite: « L’abbraccio e l’urlo prima lo facevamo negli spogliatoi, ora davanti alla panchina, ma non è una novità » . Un saluto a Ranieri: « Sono contento perché ha ritrovato una grande squadra e può fare bene, in bocca al lupo » . La chiusura Totti la dedica ai tifosi: «Sono unici, per loro viene prima la Roma e poi la mamma, cercheremo di ricambiarli sul campo. Speriamo di potergli regalare tantissime gioie » .
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