(Il Romanista-C.Zucchelli)Esce dalla tribuna Autorità di Marassi con le mani nei capelli. Si toglie il cappello, che fino a qualche minuto prima ne aveva coperto il volto, guarda perplesso Doni seduto alla sua destra, rimette il cellulare in tasca e si avvia verso gli spogliatoi. Senza dire una parola.
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E Pizarro si copre gli occhi. Ora torna?
(Il Romanista-C.Zucchelli) Esce dalla tribuna Autorità di Marassi con le mani nei capelli. Si toglie il cappello, che fino a qualche minuto prima ne aveva coperto il volto, guarda perplesso Doni seduto alla sua destra, rimette il cellulare in...
La prima convocazione di David Pizarro dopo due mesi di assenza si conclude nel peggiore dei modi. E pensare che nel primo tempo il Pek, costretto in tribuna, almeno ufficialmente, da un problema muscolare, era stato un tifoso come gli altri, facendo divertire chi aveva la possibilità di osservarlo da vicino. Arrivato in tribuna intorno alle 14, aveva al suo fianco Gian Paolo Montali e Doni. Cappello calato quasi completamente sugli occhi, piumino, tuta e scarpe da ginnastica, aveva seguito passo passo il riscaldamento dei compagni, fermandosi insieme all’illustre collega di tribuna a firmare autografi a tutti coloro che lo riconoscevano.
Al momento del primo gol, quello di Mexes, ha applaudito sorridendo. Quando invece a segnare è stato il suo amico Burdisso si è alzato in piedi ed ha esultato come il primo dei tifosi. D’altronde il loro è un rapporto piuttosto stretto. Durante l’intervallo, mentre qualcuno dello staff giallorosso gli portava un caffè, ha preso il suo Blackberry per consultare tutti gli altri risultati della Serie A dal sito Livescore.com. Il suo buonumore si vedeva anche dal fatto che, sentendo parlare alcune persone dell’infortunio di Perrotta, è intervenuto nel discorso di sua spontanea volontà: «Ha preso una “stecca” da quello lì a centrocampo. Chi è stato? Mi pare Kucka…». Poi, dopo aver parlato per qualche minuto con la signora Angela Fioravanti, sorella di Maria Sensi, è tornato al suo posto pronto per il secondo tempo. Al gol di Totti si è alzato ancora una volta in piedi, battendo le mani insieme a Montali e salutando con la mano il Capitano.
Sembrava il proseguimento di una cavalcata trionfale, poi i 4 gol del Genoa hanno rivoluzionato tutto. Pizarro è rimasto impassibile per i primi tre, quando Palacio ha completato l’opera si è coperto gli occhi con le mani. Non voleva vedere uno scempio del genere, lui come tutti i tifosi romanisti. Se ci fosse stato lui in campo non è dato sapere se le cose sarebbero andate diversamente. Il Pek ha sperato fino all’ultimo di esserci poi, complice un piccolo fastidio dietro la coscia, ha preferito non forzare, visto anche il campo pesante. E’ stato Bruno Conti, prima della partita, a spiegare davanti alle telecamere la situazione: «Ha voluto provare ed ha sentito un piccolo risentimento e visto che sta recuperando, essendo un giocatore importantissimo per noi, deve farlo tranquillamente. Non aveva questa tranquillità ed è stato giusto così». Già, tranquillità. Pare ormai evidente come Pizarro non ce l’abbia: il rapporto con Ranieri è (era) ai minimi termini e lui, che in altri tempi sarebbe sceso in campo anche in condizioni pessime, ha preferito curarsi e non rischiare più. Adesso però la Roma ha più che mai bisogno di lui. E’ arrivato il momento, una volta per tutte, di tornare in campo.
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