(Il Tempo - T. Carmellini) - Sì il belgioco, la crescita, la prosa tattica... Tutte cose splendide per riempire le pagine del calcio scritto, ma a questa Roma serve una vittoria sul campo.
rassegna stampa roma
E' ora di vincere
(Il Tempo – T. Carmellini) – Sì il belgioco, la crescita, la prosa tattica… Tutte cose splendide per riempire le pagine del calcio scritto, ma a questa Roma serve una vittoria sul campo.
Servono tre punti per dar sostanza a un morale risollevato dopo il buon pareggio di San Siro (anche se a vedere la sfida dei nerazzurri col Novara qualche rammarico riaffiora sulla pelle).
Luis Enrique sa bene quanto sia importante la partita di questa sera e alla vigilia del posticipo all’Olimpico contro il Siena, valido per la quarta giornata di campionato, sprona i suoi incitandoli al successo. Il primo stagionale, che farebbe benissimo a questa Roma, in un momento molto particolare e che potrebbe coincidere anche con la prima vittoria sotto gli occhi del nuovo patron DiBenedetto. Appena tornato nella capitale dagli States anche lui vuole scacciare l’alone di negatività che sta diventando superstizione e pregiudizio (le vedove già da mesi dicono che Tom porti sfiga) che non ha mai visto la Roma vincere sotto i suoi occhi: incredibile ma vero.
«La partita con l’Inter - attacca il tecnico asturiano nella conferenza delle vigilia - senza dubbio c'è servita per la fiducia, ha rinforzato la nostra idea calcistica, in classifica abbiamo fatto un passettino». Ma è arrivato il momento di dare un seguito concreto che non può che essere una vittoria, anche per dare un segnale al popolo giallorosso che finora ha sposato il nuovo progetto a scatola chiusa: più o meno. Così come chiuso sarà il Siena che questa sera non lascerà alla Roma lo spazio sul campo concesso dall’Inter dimessa di Gasperini. «Sarà una partita difficile e delicata, dovremo attaccare e creare più opportunità possibili per segnare, ma allo stesso tempo fare attenzione al contropiede, gli attaccanti dovranno aiutare in copertura. Vedo una squadra che ha voglia di vincere la prima partita e che si sente in debito con i suoi tifosi. Questa sfida arriva al momento giusto. Spero che sia una grande gara, abbiamo le stesse intenzioni che avevamo a Milano, del Cagliari e delle gare precedenti. Non so se vinceremo, ma quello che è sicuro è che la Roma farà sempre la partita contro tutti gli avversari».
E il fatto che finora i gol siano arrivati con il contagocce non sembra preoccuparlo. «No, perché le occasioni da gol le abbiamo avute, anche se non le abbiamo concretizzate, sarà un problema che supereremo - assicura - ora però mi interessa vincere: abbiamo bisogno di un successo perché la squadra sta lavorando bene e i risultati devono essere la logica conseguenza». Intanto, come sempre, nasconde la formazione e scherza quando i cronisti lo incalzano per cercare di «estorcergli» qualche nome. «Stekelenburg era l'unica certezza nella formazione? No, ce ne è un'altra: Luis Enrique in panchina, almeno per questa settimana... (ride)». Ma la Roma ha già le sue certezze: De Rossi («sta diventando il timone della squadra») e Totti («che si sta sacrificando per i compagni e dovrà aiutare le punte a sbloccarsi»). Tutto all’insegna della parola che il nuovo progetto ha portato con sé e che i tifosi della Roma stanno iniziando a comprendere nella sua completezza: pazienza. Anche qui Luis Enrique sa bene come stanno le cose: «È importante avere tranquillità e pazienza. Ma Roma è una piazza complicata, ci sono molte pressioni e responsabilità». Già, e finalmente sembra averlo capito anche lui: clamoroso passo in avanti che ha portato dalla sua parte la tifoseria intera... vedove a parte ovviamente!
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