rassegna stampa roma

E ora arrestateci tutti

(Il Romanista – S.Romita) Se provi a entrare oggi allo Stadio Olimpico, nel tempio del tifo italiano, dove anche gli avversari si commuovono da sempre per lo spettacolo dei tifosi romanisti, non sei più un libero cittadino.

Redazione

(Il Romanista - S.Romita) Se provi a entrare oggi allo Stadio Olimpico, nel tempio del tifo italiano, dove anche gli avversari si commuovono da sempre per lo spettacolo dei tifosi romanisti, non sei più un libero cittadino.

 

Sei un potenziale delinquente. Anzi, non sei neanche potenziale. Lo sei e basta. Perdi tutta la libertà e i diritti. Sei solo uno da schedare. Altro che aprire gli stadi alle famiglie. Qui alle famiglie si aprono solo i commissariati. Quanti ragazzi hanno dovuto chiamare i genitori per dire di essere stati portati al posto di Polizia perchè in possesso di un cartoncino plastificato giallo o rosso che avrebbe, sommato agli altri, colorato la Curva? Tanti. Per di più multati di 172 euro. E se recidivi rischiano il Daspo. Misura adottata per la violenza e non certo per pittoresche e storiche scenografie. Da ragazzo assistevo alla gioia e ai colori dell’Olimpico. Ai marmi bianchi pieni di sfide, romanità, paste al forno, carte da scopetta e bandiere. Fa parte della nostra storia e della nostra vita. E della vita del calcio. Oggi, portando allo svuotamento di quel luogo sacro, ci si vuole impedire di tutto. Non se ne può proprio più. È quindi è ora di dire basta a queste idiozie. E dirlo ad alta voce. Perché da sempre il calcio, come ha spiegato con efficacia nell’editoriale di ieri il direttore Carmine Fotia, ha un’essenza precisa.

E questa - un mix perfetto di epica, etica, ed estetica - va oltre le meschine nuove regole di un sistema a pezzi. Dovreste dircelo che state spingendo per una schedatura di massa di tutti gli italiani. Dovreste avvertire che state sempre più "lavorando" per farci restare a casa davanti alla televisione. E farci assuefare al calcio in HD. E che dovremo sempre più spesso, e per tutti i nostri movimenti, chiedere il permesso alla Mamma Questura. Nell’epoca del Grande Fratello e della tracciabilità continua (web- cellulari - codici fiscali a pioggia) la democrazia è in ginocchio davanti alla stupidità. Si sostiene che le regole sono regole e le leggi sono leggi. E vanno rispettate anche se sbagliate e sciocche. Non siamo della stessa idea. Le regole, come le leggi, si cambiano. E comunque prima esiste la richiesta della loro interpretazione elastica. Ci vuole tuttavia - per una giusta interpretazione delle regole - di un minimo d’intelligenza, e ce ne rendiamo conto.

Oggi questa latita. Come presto saremo costretti a fare noi romanisti. O a chiedervi di arrestarci tutti. Perché ognuno di noi ha sempre in tasca un cartoncino di plastica giallorosso. E abbiamo intenzione di usarlo sempre. E il mio, la sera, finisce sotto il cuscino. Come la pistola di Billy the Kid. Sarò pericoloso e perseguibile per questo? Spero di sì.