rassegna stampa roma

E Luìs Enrique è pazzo di Daniele

(Il Romanista – L. Pelosi) – Sarà la Roma degli americani, ovvio. Sarà la Roma di Luis Enrique, d’accordo. Sarà la Roma di Totti, come sempre. Sarà la Roma di Daniele De Rossi. Anche e soprattutto. Lo si è capito fin da subito.

Redazione

(Il Romanista - L. Pelosi) - Sarà la Roma degli americani, ovvio. Sarà la Roma di Luis Enrique, d’accordo. Sarà la Roma di Totti, come sempre. Sarà la Roma di Daniele De Rossi. Anche e soprattutto. Lo si è capito fin da subito.

«Ti voglio ovunque» è stata la prima indicazione che, ad alta voce, ha dato Luìs Enrique a Daniele negli allenamenti svolti a Brunico. E per chi li ha osservati è stato facile capire il perché. De Rossi sarà il perno del centrocampo giallorosso, sarà chiamato a giocare e a smistare un gran numero di palloni e a comandare la squadra. D’altronde il calcio sarà anche un gioco deciso dagli attaccanti ma è, da sempre, governato dai centrocampisti. Centrali, anzi, totali, come Daniele De Rossi. La posizione di partenza di Capitan Futuro sarà quindi subito avanti alla difesa, tra i due centrali, anche se poi il centrocampista di Ostia sarà chiamato all’occorrenza a rimanere dietro per trasformarsi in una sorta di terzo centrale difensivo. Una volta impostata l’azione quindi, con la squadra in attacco, visto che a sganciarsi saranno entrambi gli esterni, a lui toccherà scalare dietro. Ciò non vuol dire ovviamente che Luis Enrique (che intanto gli ha trovato il vice: Viviani) abbia intenzione di rinunciare alla sua capacità realizzativa, che non si esprime solamente nei tiri da fuori ma anche nella capacità di farsi valere vicino all’area di rigore. C’è solo bisogno di tempo, affinché tutti i meccanismi siano rodati. La cosa importante, per il momento, è che tra il tecnico e il giocatore sia esploso immediatamente un grande feeling.

De Rossi è letteralmente entusiasta dei metodi di lavoro di Luis Enrique, di ciò che si prova in allenamento e poi di vederlo realizzato sul campo. L’ha detto a tutti, a Cosmi e Lerda che erano venuto a Brunico per osservare il lavoro di "Lucho", a Prandelli, consigliandogli pure una visita a Trigoria. Ma la cosa è reciproca, perché l’allenatore spagnolo è altrettanto entusiasta di De Rossi e ciò non è stato secondario nella trattativa per il rinnovo del contratto di Daniele, di cui si parla a parte. De Rossi sarà il fulcro del gioco di Luis Enrique, che accanto intende mettergli due intermedi di corsa e movimento. Ma all’occorrenza, ovviamente, l’intermedio può farlo anche lui, anzi in alcune occasioni di questo precampionato già l’ha fatto. In fondo, in una posizione simile ha già fatto 10 gol due stagioni fa e la Roma ha rischiato di vincere lo scudetto. «Ti voglio ovunque» non era un incitamento detto a caso, perché un giocatore come De Rossi può effettivamente stare ovunque e non a caso lo abbiamo visto anche centrale di difesa. Soluzione d’emergenza, certo, ma è proprio alle certezze che bisogna affidarsi nei momenti d’emergenza, quelli dove serve gente che non si tira mai indietro e che non ha mai paura di metterci la faccia, proprio come Daniele De Rossi.

Di lui s’è detto un po’ di tutto, negli ultimi anni, con le leggende metropolitane che hanno di gran lunga superato la realtà, per non parlare delle valutazioni sul suo rendimento. Che però continua ad essere apprezzato un po’ ovunque, basta riguardarsi i nomi delle squadre che hanno posato (e ancora posano) gli occhi su di lui. I grandi, d’altronde, si riconoscono tra di loro e così è normale che le grandi squadre cerchino i grandi giocatori. Luis Enrique punta su De Rossi proprio come vorrebbero fare tanti grandi allenatori. Il tempo dirà se "Lucho" diventerà un grande tecnico. Ma di sicuro, direbbe una vecchia pubblicità, i grandi allenatori li fanno i grandi giocatori. Come Daniele De Rossi.