(Il Romanista - C.Zucchelli) - Martedì si è allenato da solo. A Trigoria. Nonostante il giorno di riposo concesso da Vincenzo Montella alla squadra, Marco Borriello (così come i fratelli Burdisso e Perrotta) è andato al Bernardini per allenarsi.
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E Borriello si allena da solo
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Martedì si è allenato da solo. A Trigoria. Nonostante il giorno di riposo concesso da Vincenzo Montella alla squadra, Marco Borriello (così come i fratelli Burdisso e Perrotta) è andato al Bernardini...
Alcuni hanno scelto la mattina, lui ha preferito il pomeriggio. Corsa, qualche scatto, «esercizi atletici», come li ha definiti chi ha avuto modo di vederlo. E di apprezzarne l’impegno. Nonostante le voci (che lo vorrebbero in cerca di un modo per non onorare il contratto di 4 anni, andando via a fine stagione), nonostante le chiacchiere secondo cui non andrebbe d’accordo con molti compagni di squadra, nonostante, e soprattutto, i gol che non arrivano più. Un cruccio, per un bomber come lui. Da quando è arrivato a Roma, l’ultimo giorno di mercato, Borriello ha gonfiato la rete per quindici volte. Dieci in campionato, quattro in Champions e una in Coppa Italia. Non segna più da quel maledetto Roma-Brescia, che ha di fatto aperto la crisi romanista. È stato quello l’unico gol nelle ultime nove gare: poco, pochissimo per un giocatore che con le sue reti era stato decisivo in tutta la prima parte di stagione, in qualsiasi competizione in cui era stato impiegato. Nonostante un rapporto con Ranieri che non è mai decollato, l’ex giocatore del Milan non aveva mai fallito nessun appuntamento: da titolare o da subentrato, di destro o di sinistro, su azione o su rigore, Borriello sembrava quel bomber spietato che, Francesco Totti, a parte, la Roma cercava dai tempi di Batistuta. Poi, il calo, coinciso con le difficoltà della Roma. Adesso però Borriello vuole rifarsi. Domani a Lecce partirà titolare, visto ch Totti è squalificato.
A Donetsk dovrebbe partire dalla panchina, il derby è partita a sé e si deciderà soltanto la prossima settimana. Deciderà Montella, con cui il rapporto è ottimo. E schietto. Entrambi mancini, entrambi bomber dall’alta media gol, entrambi nati il 18 giugno: le analogie non mancano. Uno, quello che ora è in panchina, nonostante un carattere non facile, ha vinto uno scudetto ed è entrato nel cuore dei tifosi. L’altro, quello che gioca, ha tempo per fare tutte e due le cose. L’importante è ricominciare a fare gol. A partire da domani.
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