rassegna stampa roma

E adesso tutti zitti

(Il Tempo – M.De Santis) Continuate pure, Francesco Totti vi continuerà a rispondere con i semplici fatti. Il resto sono parole campate per aria e lontanissime dalla realtà, niente di più.

Redazione

(Il Tempo - M.De Santis) Continuate pure, Francesco Totti vi continuerà a rispondere con i semplici fatti. Il resto sono parole campate per aria e lontanissime dalla realtà, niente di più.

A Udine l'ennesima rivincita del capitano, l'ennesima dimostrazione che il teorema «Totti è finito» è tutto tranne che vero e l'ennesima partita vinta praticamente da solo dal numero dieci in maglia giallorossa. Il cucchiaio su rigore e la zampata finale dal sapore di golden gol: reti 202 e 203 in serie A (Baggio è a -2), 257 e 258 nella storia romanista, 10 e 11 in campionato, terza doppietta nelle ultime quattro gare e tre punti d'oro massiccio che tengono la Roma aggrappata al treno della Champions League. La vendetta è servita. «Nei momenti cruciali - se la ride Totti - vengono fuori i giocatori. Volevo dimostrare che non ero finito e smentire chi continuava a dirlo: questa è stata la mia risposta a tutte le critiche che mi sono arrivate e mi hanno pure fatto male. I campioni reagiscono così, sul campo. Neanche a vent'anni stavo bene come in questo periodo». Per informazioni chiedere all'Udinese, ridotta in lacrime dall'uno-due del capitano, e ad Handanovic, l'ultima vittima di quel cucchiaio che aveva già colpito gente del calibro di Van der Sar e Pagliuca.

«La vittoria della Roma - filosofeggia Totti - è più importante della mia doppietta. Siamo ancora una grande squadra e lo abbiamo dimostrato contro una grandissima Udinese. Venivamo da una sconfitta pesante con la Juve ma volevamo far capire a tutti che la Roma è ancora viva e ha ancora tanta voglia di lottare. La nostra reazione al pareggio è stata determinante. Abbiamo dimostrato di essere da Champions, ora non dobbiamo più fermarci e continuare a vincere. Solo così si può trovare serenità e spirito di gruppo». Un gruppo ancora unito, come dimostra la marea che ha sommerso il capitano dopo il «golden gol». Montella è rimasto in panchina, forse ripensando ai suoi cattivi presagi prima della gara. «Avevo pensato: ci daranno un rigore ma Francesco lo sbaglierà. Non gliel'ho detto... meglio così». Il tecnico si gode una vittoria fondamentale. «Questa era una partita cruciale, mi piace sottolineare la voglia di vincere la partita fino alla fine, dopo il pareggio qualunque squadra si sarebbe sgretolata. Però - sottolinea Montella - la squadra c'è, si è vista e ha avuto voglia di reagire. Siamo ancora in corsa per la Champions». Tutti, anzi Totti, felici e contenti. Tranne chi diceva che era un giocatore finito.