rassegna stampa roma

Due o tre cose che Luis Enrique deve sapere…

(La Repubblica – M.Mora) Due o tre cose che Luis Enrique deve sapere di Roma. Meglio dirgliele, se non ci ha ancora pensato nessuno, perchè la faccenda non poteva cominciare peggio.

Redazione

(La Repubblica - M.Mora) Due o tre cose che Luis Enrique deve sapere di Roma. Meglio dirgliele, se non ci ha ancora pensato nessuno, perchè la faccenda non poteva cominciare peggio.

Non siamo ancora a Settembre e l'impressione qui è che Lucho no se comerà el turròn, come diciamo in Spagna (dove non c'è panettone) degli allenatori che non arrivano a Natale. Fuori dall'Europa dopo aver tolto Totti a 20' dalla fine tra un mare di fischi premonitori e contro una squadretta. E dopo non aver dato neanche una spiegazione in sala stampa, neppur un qualsiasi alibi alla Mourinho (contro arbitri, Uefa, Unicef, Wwf...).

Anzi, comportandosi come l'anti-Mou: triste, silenzioso e cupo. Insomma, gli zingari dicono che non vogliono buoni inizi per i propri figli e Luis Enrique davvero l'ha avuto disastroso con questa improbabile Roma americana, strano sviluppo postmoderno - o forse logico, in fondo - per una squadra che ha vissuto tempi peggiori, in cui Ciarrapico e altri divini democristiani erano i capi. Luis Enrique, che è triatleta, asturiano (regione miniera, povera e bellissima del nord spagnolo), e raccomandato da Guardiola, saprà riprendersi, perchè il gioco della squadra sembra a tratti pure promettente. Ma se capirà che Tottio non si tocca. Non così, almeno. "Il gioco c'è", afferma il mio amico Adriano, uno che si vanta di non avere un parente oltre il raccordo anulare, "ma questo ha sbattuto contro un muro. E' fuori di testa?"

Non direi. E credo pure che, malgrado molti in Italia continuino a pensare che per vincere servano i dinosauri in campo, Luis Enrique possa gestire bene l'inevitabile declino di Totti. E' legge di vita.

Affinchè sia un processo naturale, però, Luis dovrà guadagnarsi prima il rispetto del n.10, convertirlo nel suo allenatore in campo, e dargli il timone morale della squadra. Se non lo fa e se lo mette contro, saranno guai. Solo se il maschio alfa gli dà la sua fiducia, gliela darà pure la tribù romanista.

Finchè lo sguardo di Francesco sarà quello dell'altra sera, dopo la sostituzione, per Luis è meglio non farsi vedere in giro. In attesa delle vittorie - tanto sono sempre i risultati a decidere - sarebbe forse saggio se Luis Enrique intanto cambiasse idea, e anche quartiere. Cominci a sostituire casa. Dall'Olgiata è difficile capire il sentimento e la passione romanista. Venga, quindi, in centro, compatriota, nella pancia della Capitale: visiti i mercati, ascolti i bambini nei parchi, mangi pure animelle e trippa nelle trattorie, passeggi per Testaccio, faccia il triathlon con i ragazzi dei circoli canottieri.: la vità resterà corta, ma sicuramente più bella, dolce e gradevole.

Così almeno non morirà dal morbo "lost in traslation". E magari chissà mangerà anche il torrone per tanti anni ancora nella bella Roma. Di Totti.