rassegna stampa roma

Dorme e vive sotto la tenda: fuori Trigoria

(Gazzetta dello Sport-M.Calabresi) A Trigoria piove e fa freddo. Marian ha due buoni motivi per starsene tutta la giornata in quella che è diventata la sua nuova casa. Una tenda da campeggio verde,

Redazione

(Gazzetta dello Sport-M.Calabresi) A Trigoria piove e fa freddo. Marian ha due buoni motivi per starsene tutta la giornata in quella che è diventata la sua nuova casa. Una tenda da campeggio verde,

come gli alberi che dominano Piazzale Dino Viola. Marian è romeno, ha 25 anni, gli ultimi 7 passati in Italia: è senza dimora, ma è tifosissimo della Roma. Talmente tifoso, che si è trasferito qui: «Fortuna che un signore mi ha portato questa tenda – racconta -. Altrimenti avrei continuato a dormire per terra». Sofferenze Marian è nato a Costanza, sul Mar Nero: «La mia famiglia mi ha abbandonato perché non aveva i soldi per mantenermi. Ho vissuto l'infanzia negli orfanotrofi, poi crescendo ho iniziato a girare il paese. A Brasov, un gruppo di zingari mi ha proposto di venire in Italia: ho accettato subito, sperando di cambiare vita». Non è andata così: «Mi maltrattavano, rubandomi tutti i soldi. Sono scappato e li ho denunciati: decidessi di tornare in Romania, sarei in pericolo mima il gesto del tagliagola, ndr». Sei anni vissuti in un centro di accoglienza al Laurentino, un altro a Monteverde, in cui Marian si innamora della Roma: «Mi piacevano i colori, mi ricordano quelli della Romania. Prendevo l'autobus per venire a Trigoria, e restavo fuori dai cancelli ad aspettare i giocatori e Spalletti, un grande. Ma lo è anche Luis Enrique. Per sapere il risultato mi tocca aspettare i giornali del lunedì».

Poche frenate Dall'unico spiraglio aperto, si intravedono solo la barba lunga e una tuta della Roma: «Sotto ho anche la maglia ufficiale – aggiunge -. Me l'hanno regalata i ragazzi della Primavera». Tra i «grandi», invece, solo il connazionale Lobont e Cicinho si sono fermati davanti a quella tenda: «È capitato che Totti abbia abbassato il finestrino e mi abbia sorriso: spero di poterlo conoscere di persona, o di andare a vedere una partita allo stadio. Ci sono stato solo una volta, per un Roma-Bologna, ma sono passati troppi anni». Al di là del muro, qualcuno si è accorto di lui: gli inservienti di Trigoria gli portano il pranzo ».