(Corriere dello Sport - R.Maida) L'interpretazione di Daniele De Rossi della partita contro l’Atalanta è stata molto diversa rispetto alle precedenti.
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Dopo Parma, De Rossi ha avuto maggiore libertà di avanzare
(Corriere dello Sport – R.Maida) L’interpretazione di Daniele De Rossi della partita contro l’Atalanta è stata molto diversa rispetto alle precedenti.
Parole sue: « A Parma ero stato troppo remissivo, Luis mi ha chiesto di avanzare e costruire di più » . De Rossi, che pure era stato il miglior giocatore della Roma dell’inizio di stagione, ha avuto l’umiltà di accettare il suggerimento e ha partecipato con maggiore frequenza alla fase offensiva. In effetti a Parma, pressato dagli attaccanti avversari, non riusciva a farsi largo: si è fatto sentire molto in copertura ma quasi mai in fase propositiva. Sabato invece non ha agito da terzo difensore centrale, tra Burdisso e Heinze, ma è salito davvero davanti alla difesa come un regista sudamericano. Mediamente, il suo baricentro è stato più alto rispetto a quello di Josè Angel, che di solito spinge molto ma in questo caso era terrorizzato dalla velocità di Schelotto. Non è casuale per De Rossi l’assist a Bojan, con il lancio lungo in verticale. Sarebbe stato molto più complicato inventare una giocata del genere partendo venti metri indietro. La sua visione di gioco, unita alla tecnica nel palleggio e alla potenza di calcio, è una risorsa offensiva a cui la Roma non può rinunciare a cuor leggero.
E’ chiaro che l’incidenza è condizionata dalla capacità della squadra di infastidire l’avversario modificando il copione delle azioni d’attacco. Se la Roma non ha tante alternative nella manovra, sfruttando le fasce o i movimenti dei due intermedi di centrocampo, diventa prevedibile. Ed è più facile per gli altri pressare alto e negare il respiro a De Rossi. E’ proprio sganciandosi dall’obbligo di impostare dalla sua area di rigore che De Rossi conquista libertà di manovra.
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