rassegna stampa roma

Doni, Olimpico da riconquistare

(Il Corriere dello Sport – P.Torri) Dopo Montella vuole convincere anche i tifosi. Ha esordito in una delicatissima notte da derby, figuriamoci se si potrà emozionare oggi.

Redazione

(Il Corriere dello Sport - P.Torri) Dopo Montella vuole convincere anche i tifosi. Ha esordito in una delicatissima notte da derby, figuriamoci se si potrà emozionare oggi.

Ep­pure ci piacerebbe spiare i pensieri che Doni oggi fa­rà all’Olimpico quando si ripresenterà da portiere ti­tolare della Roma. Un ruo­lo che è stato il suo per tre stagioni, quelle del grande ciclo spallettiano, le undici vittorie consecutive, quel­lo scudetto perso (anche se non ci starebbe male pure qualche altro participio passato un po’ più pesan­te), le vittorie a Lione e Madrid, l’approdo alla Se­leçao con cui ha vinto una coppa America da numero uno titolare.

SCELTA - Con l’arrivo di Montella sulla panchina giallorossa, Doni è subito tornato il portiere della Roma, forte di una consi­derazione importante an­che all’interno dello spo­gliatoio. Del resto, non più tardi di un paio di mesi fa, un certo Daniele De Rossi lo aveva fatto capire in ma­niera abbastanza chiara. « Nella mia carriera dopo Buffon, Doni è il più forte portiere con cui ho gioca­to »aveva sentenziato il biondo di Ostia. Montella è stato compagno anche di Doni e crediamo che, dopoaver sentito il gruppo, ab­bia fatto ancora più sere­namente la sua scelta, pur nella consapevolezza dei meriti ac­quisiti da Julio Sergio nel suo anno e mezzo da titolare. Del resto un al­lenatore de­ve fare delle scelte e poi accettarne le conseguenze, sia positive che negative. Tocca di nuovo a Doni,dunque. Che sa benissimo che il suo rapporto con la tifoseria non è quello dei primi anni. Toccherà a lui riconquista­re la gente, già da oggi contro il Parma. La prima a Bo­logna è an­data bene, nessun gol al passivo, roba che in questa stagio­ne è da sottolineare in ros­so, ma il difficile vieneadesso.

STORIA - Nelle ultime due stagioni, peraltro, il brasi­liano ha avuto problemi in campo e fuori. In campo anche a causa di un pro­blema al ginocchio con cui ha giocato per mesi, prima di capire che sarebbe stato meglio andare a farsi ope­rare. Poi una volta tornato ha faticato a tornare quel­lo di prima e allora Ranie­ri prese la decisione di af­fidarsi a Julio Sergio che gli era stato presentato co­me ilmiglior terzo portiere del mondo.Allo stesso tempo, non si può dimenti­care come Doni sia stato al centro di un attacco me­diatico senza precedenti, con la sopetta complicità della società, se non altro avvalorata da un silenzio totale, cioè senza che mai qualcuno provasse a dire una parola in difesa di quello che era comunque un patrimonio dello stesso club. Doni ora ha dodici partite di campionato, al­meno un’altra di Cham­pions e due di Coppa Ita­lia, per riconquistare an­che un po’ di considerazio­ne da parte della gente. Poi a fine stagione si fa­ranno i bilanci. Che, pro­babilmente, vedranno le parti separarsi. Ma ora conta il presente. E questo è di Doni.