(Il Romanista - V.Meta) - Sono stati respinti dalla Corte di giustizia federale i ricorsi presentati da Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma contro la delibera, votata a maggioranza dalle altre quindici società della Lega di Serie A, che aveva fissato i parametri di individuazione dei bacini di utenza, assegnandone le ricerche a tre istituiti demoscopici in merito ai diritti tv.
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Diritti tv, la Corte dice no alle big
(Il Romanista – V.Meta) – Sono stati respinti dalla Corte di giustizia federale i ricorsi presentati da Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma contro la delibera, votata a maggioranza dalle altre quindici società della Lega di Serie A,...
In ballo ci sono circa 200 milioni di euro, ovvero il 25% dei proventi derivanti dalla vendita collettiva. La questione si è aperta in seguito all’approvazione della legge Melandri, che due anni fa ha ripristinato la vendita collettiva dei diritti televisivi. Il criterio adottato è il seguente: una percentuale alle categorie minori e ai settori giovanili, circa il 40% in parti uguali, circa il 30% in virtù dei risultati sportivi e circa il 30% (i 200 milioni in questione) in base ai bacini d’utenza, ossia ai sostenitori, da identificare secondo sondaggio. E proprio il termine "sostenitore" è diventato l’oggetto del contendere fra grandi e piccoli club.
Milan, Juve, Inter, Napoli e Roma sostengono che nella categoria vadano inclusi i soli tifosi che seguono le partite in televisione, mentre le altre quindici società vorrebbero che la definizione del bacino d’utenza tenesse conto anche della vendita dei biglietti per lo stadio e del merchandisingLo scontro ha avuto origine dall’assemblea di Lega dello scorso 22 aprile, quando le cinque grandi erano state messe in minoranze dalle altre quindici, che avevano deciso di affidare al Consiglio l’attuazione di una delibera che identificava Doxa, Crespi e Sport und Markt come le tre società demoscopiche che devono realizzare la conta dei sostenitori prevista dalla legge. Roma, Juve, Napoli e le milanesi avevano così presentato altrettanti ricorsi alla Corte di giustizia federale, per chiedere di annullare la delibera. Che la situazione fosse estremamente tesa era apparso evidente già due giorni fa, quando l’assemblea di Lega prevista è stata annullata perché i presidenti delle quindici società promotrici della delibera non si sono presentate all’appuntamento di Milano. Ieri i rappresentanti dei cinque club (Galliani e Cantamessa per il Milan, Paolillo per l’Inter, Briamonte per la Juventus, Rosella Sensi per la Roma più un rappresentante del Napoli) sono stati ascoltati per un’ora e mezza in udienza davanti alla Corte di giustizia federale. La sentanza, arrivata nella tarda serata di ieri, ha però dato ragione alle quindici società che avevano votato la delibera, respingendo i ricorsi delle grandi. La posta in gioco è una somma che si aggira intorno ai duecento milioni di euro: ragion per cui c’è da scommettere che la partita non sia finita qui.
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