rassegna stampa roma

Dietro la Roma un’altra squadra

(Il Romanista-C.Zucchelli) «Così come in una squadra, tutti si aiutano, tutti partono alla pari. Tutti danno una mano e si raccolgono le forze. Questo è il mio staff, noi siamo questi». Parole di Luis Enrique.

Redazione

(Il Romanista-C.Zucchelli) «Così come in una squadra, tutti si aiutano, tutti partono alla pari. Tutti danno una mano e si raccolgono le forze. Questo è il mio staff, noi siamo questi». Parole di Luis Enrique.

Sguardo orgoglioso - è lui che chiama l’applauso per i collaboratori - e voce alta, l’allenatore spagnolo ci tiene che i suoi collaboratori si presentino tutti insieme in sala stampa. A parte Tancredi, nessuno parla. Ma si vede che tra di loro c’è feeling e che, almeno per il momento, tutto procede nel migliore dei modi. Sono una squadra. E infatti sono 11.

All’appello manca solo - e non è poco - Vito Scala. Preparatore di Francesco Totti, ma anche tanto tanto altro. Terminato l’allenamento aveva un impegno e non si è presentato davanti ai giornalisti, ma lui nella Roma c’è e ci sarà. Come sempre. È un volto storico, così come ormai lo è Aurelio Andreazzoli. Portato a Trigoria da Spalletti, è ritornato con Montella e la nuova società lo ha confermato. Lui ha rifiutato offerte importanti e adesso è lì, accanto a Luis Enrique e accanto ai giocatori che ormai conosce da anni. Così come Luca Franceschi, che si occuperà del ritiro degli infortunati e non solo. Accanto a lui anche Francesco Chinnici, ex Palermo.

Dei portieri si occuperanno Franco Tancredi e Guido Nanni («intendiamo il ruolo nello stesso modo», ha confermato il numero 1 del secondo scudetto, che fino al termine degli Europei manterrà il doppio incarico con la federazione inglese) mentre Simone Beccaccioli, tattico, si occuperà, tra l’altro, di studiare gli avversari. È una vecchia conoscenza de Il Romanista: collaborava con il quotidiano ai tempi in cui Daniele Lo Monaco era capo redattore. Questi gli italiani. Gli spagnoli invece sono quattro. Anche se Luis Enrique ci tiene a ribadire: «Non bisogna fare queste divisioni. Siamo una squadra, lavoriamo insieme, chi c’era prima ci ha accolto benissimo ». Inutile dire che la cosa che più incuriosisce di loro è la giovane età. De La Pena - ieri schierato anche in partitella - ha 35 anni, la stessa età di Francesco Totti. Moreno Gonzalez Robert ne ha uno di meno, mentre il mental coach Antonio Llorente è il più "anziano" del gruppo con i suoi 48 anni. Ne ha esattamente la metà Pol Cabanellas Rafel, preparatore atletico giovanissimo, classe 1987. Viene dal settore giovanile del Barcellona e ha scritto un libro intitolato "La preparazione fisica nel calcio". È anche uno studioso, visto che è un ricercatore - settore sportivo - in un progetto congiunto tra l’università di Barcellona e quelle di Vienna e Colonia. Da uno sportivo a un altro, visto che Llorente è stato un giocatore di basket per vent’anni. Dal 1982 al 2002. Nel Barcellona? No, sorpresa: nel Real Madrid. Nel Barcellona, e anche nell’Espanyol, ha invece giocato fino a qualche mese fa Ivan De La Pena, senza dubbio il più conosciuto tra i membri dello staff di Luis Enrique.

I tifosi lo hanno accolto con qualche coro ironico (su tutti "De La Pena tagliate i capelli") e hanno anche un po’ borbottato per il suo passato alla Lazio. Lui, sempre sorridente e determinato, punta a convincerli col lavoro quotidiano. È in ottima forma, e si vede, è la persona che lavora più a stretto contatto con Luis Enrique (e Sabatini) e parla molto anche con i giocatori. Ieri, in particolare, durante l’allenamento della mattina è stato a stretto contatto con Pizarro. La lingua è la stessa, in campo e fuori.