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DiBenedetto, un marziano a Roma: “Sarò unico”

(La Stampa – S.Di Segni) – Pianeta Usa chiama Italia. DiBenedetto in linea. «Marketing sul territorio, stadi nuovi, una Lega affidata ad un commissioner con pieni poteri»: è quanto di affascinante trova nella Major League il...

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(La Stampa - S.Di Segni) - Pianeta Usa chiama Italia. DiBenedetto in linea. «Marketing sul territorio, stadi nuovi, una Lega affidata ad un commissioner con pieni poteri»: è quanto di affascinante trova nella Major League il prossimo presidente del club giallorosso.

Ed è quanto vorrebbe trapiantare nel Belpaese. Lo sbarco del Tycoon nella Capitale si avvicina, il sito ufficiale della lega calcistica americana raccoglie il primo messaggio dell' uomo venuto da Boston, a un mese dallo storico accordo con Unicredit: «Sappiamo che il nostro arrivo rappresenta qualcosa di unico in Italia», ammette lo Zio Tom a MLSsoccer.com. Unici, balzani, indubbiamente affascinanti sono anche i segnali che lancia dagli States: idee che sembrano arrivare da Marte, soprattutto se conte- stualizzate nello scenario offerto dal tavolo della Lega di serie A. Eppure l'americano è convinto di non parlare a sproposito: in questi mesi ha studiato il nostro calcio, sente la necessità di suggerire la strada per far fronte ai problemi intestini e all'introduzione del fair play finanziario. Avrà bisogno di alleati, Thomas DiBenedetto, per tentare di innescare la rivoluzione che ha in mente: per questo vuole conoscere al più presto i suoi colleghi presidenti, a cominciare da Agnelli, De Laurentiis e Galliani. Non a caso, quelli con una spiccata mentalità imprenditoriale.

Spiegherà, l'americano, che la Lega non può sopravvivere con un regime assembleare. Il rischio di ricevere indietro una pernacchia non lo spaventa, il progetto è simile a quello messo a punto per il rilancio del brand Roma: anche il calcio italiano può essere venduto nel suo insieme. Il «commissioner» della Major Lea-gue altri non sarebbe che un amministratore delegato al quale affidare il rilancio di «un unico prodotto Italia»: l'Nba il modello da perseguire. Il bostoniano vorrebbe che la seria A facesse la voce grossa anche su altri temi caldi: la legge sugli stadi e i rimedi al fenomeno ultrà fanno parte delle priorità. Oggi il suo linguaggio somiglia a quello di un extraterrestre. E affascina i tifosi della Roma. La curiosità e gli interrogativi che precedono DiBenedetto sono tutto ciò che rimane del club giallorosso: se dal presente Totti e compagni non riescono a sprigionare appeal, non rimane che il futuro. Quello legato all'allenatore è incerto: sfumati i primi obiettivi (Villas Boas, Guardiola e Wenger), sulla scrivania del direttore sportivo in pectore Walter Sabatini («Abbiamo scelto i migliori manager», il benvenuto di DiBenedetto) non rimangono che i piani di riserva. A calamitare le attenzioni, nelle ultime ore, è Didier Deschamps: il passato juventino è una controindicazione superabile, la conoscenza dell'Italia il valore aggiunto rispetto al tecnico del Lille, Rudi Garcia, e a quello dello Sporting Braga, Domingos Paciencia. Ad illustrare il progetto Usa al tecnico francese ha già provveduto Pasquale Sensibile, ex dirigente bianconero, fedelissimo di Sabatini ed in procinto di trasferirsi alla Sampdoria. A proposito di scommesse, il mercato giallorosso punterà sulla scoperta di nuovi talenti. Lo stessi Sabatini è in partenza per l'Argentina: il difensore deil'Independiente Galeano e la promessa del River Lamela sono gli osservati speciali. Nel mentre da Boston, DiBenedetto spiana la strada all'arrivo di un «prodotto Usa»: al vaglio, in linea con la politica di merchandising, ecco Landon Donovan, attaccante dei LA Galaxy, e Michael Bradley, centrocampista del Borussia Mon-chengladbach. DiBenedetto, il marziano ha fretta di stupire.