(Corriere della Sera - L.Valdiserri) - C’è una data indicativa: il 13 aprile. E c’è un luogo: Boston. Sono queste le coordinate per la chiusura definitiva del passaggio di proprietà della As Roma nelle mani della cordata americana rappresentata da Thomas R. DiBenedetto, spalleggiato da altri tre investitori, il cui maggior punto di riferimento finanziario è James Pallotta, ricchissimo investitore che detiene, tra le altre, una partecipazione nei Boston Celtics, la più storica franchigia del campionato professionistico di basket, la Nba.
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DiBenedetto spacca Roma
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) – C’è una data indicativa: il 13 aprile. E c’è un luogo: Boston. Sono queste le coordinate per la chiusura definitiva del passaggio di proprietà della As Roma nelle mani della cordata...
Quello che Thomas R. DiBenedetto ha già capito è che i prossimi giorni non saranno una passeggiata di salute.L’idea dello sbarco di uno straniero nel calcio italiano— e in particolare alla Roma — non piace a tutti. DiBenedetto non è ancora in carica ed è già nel centro del mirino. Roma è una città che si divide su ogni argomento e la Roma è uno dei più gettonati. Così, come fossero guelfi e ghibellini, i tifosi si sono schierati: c’è chi vede in lui il salvatore e chi, in una parola molto romana, un «sola» . La verità è che il gruppo che, tra molti stop and go, sta per acquistare la Roma non è formato da mecenati innamorati del pallone ma da businessmen che vedono nel calcio un possibile affare. Ieri Di Benedetto si è preso un giorno libero, da turista, per vedere dall’auto scortata le bellezze della Città Eterna, inseguito da uno sciame di scooter che lo ha fatto sorridere: «Sembravamo un mostro con la coda» . Meno divertente è stato l’articolo sul quotidiano inglese The Guardian, secondo il quale la presidenza DiBenedetto farebbe correre alla Roma il peggiore dei rischi: l’esclusione dalle Coppe europee per «conflitto di interessi» . DiBenedetto, secondo il Guardian, ha una partecipazione nella Fenway Sports Group, società che controlla, oltre ai Boston Red Sox, anche il Liverpool. Le norme Uefa impediscono a individui o società di «controllare direttamente o meno più di un club iscritto a Europa League o Champions League» .
In passato si è verificata una situazione simile con Roman Abramovich, patron del Chelsea e azionista del Cska Mosca: il magnate russo ne uscì rinunciando alla partecipazione nel Cska, che fece però sponsorizzare dalla Sibneft con un triennale da 41,3 milioni di euro. I legali di DiBenedetto negano ogni possibile problema ed è comunque curiosa l’attenzione preventiva a un problema che, in ogni caso, c’è tutto il tempo per risolvere. Facilmente. Allo staff di DiBenedetto è piaciuto poco anche l’attacco frontale che il Sole 24 ore ha sferrato alla cordata con un doppio articolo. Nel primo si parla di uno «sconosciuto italoamericano arrivato lunedì a Roma da Boston, con un volo in classe turistica» . Il secondo è intitolato «L’Americano sconosciuto negli Usa» perché repetita iuvant. Chi non sembra avere dubbi sulla consistenza della cordata è il sindaco Gianni Alemanno, che è nuovamente intervenuto sulla trattativa Unicredit Di Benedetto: «Non era opportuno incontrare DiBenedetto prima della chiusura della trattativa. La cordata appare molto solida, ha propensione verso l’elemento internazionale, potranno valorizzare il marchio della Roma... Certo, gli americani non hanno mai operato in Italia, ma il contesto appare promettente. Per lo stadio non ci devono essere speculazioni e non dovranno essere usati euro dei contribuenti. La trattativa? Sono molto ottimista, anche se la certezza c’è solo quando ci sono le firme e i soldi sul tavolo» . I tifosi della Roma contano i minuti, figurarsi i giorni.
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