(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Si dirà che Thomas DiBenedetto non ha dato un titolo e non ha scaldato i cuori.
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DiBenedetto guarda avanti: «Forti, ma dateci tempo»
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Si dirà che Thomas DiBenedetto non ha dato un titolo e non ha scaldato i cuori.
Che non ha annunciato guerre né rivoluzioni, e non ha fatto sognare i tifosi. Ma in un calcio che vive di eccessi e ogni giorno perde credibilità, cosa c’è di più rivoluzionario dell’essere onesti, del dire soltanto quel che si può, senza fare il passo più lungo della gamba? «Non vogliamo rivoluzionare il calcio, ma abbiamo un sogno, fare della Roma un club di livello mondiale, il primo in Italia: abbiamo scelto i manager migliori (e ieri è arrivato il via libera della federcalcio inglese per Franco Baldini, ndr), lavoreranno ogni giorno per questo, ma dovremo avere tutti un po’ di pazienza. Ci arriveremo con un progetto a lungo termine» .
Guardiamoci in faccia Delusi? E sì che a Roma dovrebbero sapere quant’è mortificante ritrovarsi le ali tarpate o i sogni rattrappiti, perché nel passato si è andati oltre, con le ambizioni e con le spese. E il prezzo degli errori, ora, lo paga la Roma. «I bilanci sono pubblici, ognuno può farsi un’idea» : è l’unica frase, in punta di fioretto, che DiBenedetto riserva a quella Sensi che oggi accarezza l’idea di buttarsi in politica, addirittura da vicesindaco. È inutile prendersi in giro, c’è crisi dappertutto e DiBenedetto non è uno sceicco, perciò soldi ora ne tira fuori il giusto. Bisognerà rassegnarsi all’idea. «De Rossi vuole il rinnovo del contratto? Anche noi, ce lo auguriamo, ci confronteremo, ma in modo professionale. Totti vuole vincere? Anche noi speriamo di poter vincere il campionato il prima possibile e daremo ai nostri manager le risorse per allestire una squadra competitiva. Ma Roma non è stata costruita in un giorno» .
AIUTATECI Totti è perplesso, ha perso qualche punto di riferimento dentro la Roma, forse sente di non essere più il centro di gravità, e la linea verde, dicono, lo convince poco. «E invece — ha detto DiBenedetto nello spogliatoio, dove è entrato in punta di piedi — noi confidiamo proprio nei più esperti, che possano aiutare i giovani talenti a crescere. Dobbiamo avere pazienza con loro, come si fa con i bambini. Ma voi— a quel punto si è rivolto direttamente a Totti e compagni— siete forti, siete dei campioni, siete il nostro asset più importante, ci aspettiamo tanto da voi» .
QUESTIONE DI FEELING La Roma giovane che si farà ha le spalle strette dei campioni d’Italia della Primavera che sfilano con le maglie della stagione 2011-12 — emozionante l’applauso che DiBenedetto tributa ad Alberto De Rossi —, ma pure lo sguardo dritto e gli orizzonti chiari di Luis Enrique. Non a caso, con il patron è stato subito feeling. «Proprio l’allenatore giusto per noi» , ha chiosato DiBenedetto. Conquistata anche UniCredit. «Il progetto è serio — assicura Roberto Cappelli, presidente ad interim— abbiamo condiviso tutte le scelte, saremo partner fidati» . Divergenze definitivamente superate?
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