rassegna stampa roma

Dedicato a Luis Enrique

(Il Tempo – A.Austini) La firma è la più prestigiosa e simbolica, quella di Francesco Totti, a chiudere una serata magica per la Roma.

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) La firma è la più prestigiosa e simbolica, quella di Francesco Totti, a chiudere una serata magica per la Roma.

«È la vittoria della svolta - dice convinto il capitano - e la dedico all'allenatore perché lui ci tiene a fare bella figura e noi vogliamo a fargliela fare». I motivi della «svolta» sono evidenti: Luis Enrique ha corretto in corsa la Roma, l'ha resa una squadra meno permeabile e più attenta e astuta. Al possesso palla si è aggiunto il contropiede come conferma lo stesso Totti: «In certe circostanze bisogna trovare la profondità, noi cerchiamo sempre di adottare il modulo che vuole Luis Enrique e non c'è nulla di strano se contro alcune squadre proviamo ad arretrare e andare in contropiede. Si è vista una grande Roma, abbiamo dimostrato di essere competitivi ma per continuare a risalire bisogna giocare come nelle ultime due partite». Ieri solo quattro nuovo acquisti in campo dall'inizio: è stata anche la vittoria della parte «sana» della vecchia guardia. «Penso che serva un mix tra noi e i giovani - dice convinto Totti - possiamo coesistere e con questo spirito si può arrivare lontano». L'entusiasmo ritrovato dopo le parole dure pronunciate alle festa di Natale: il capitano volta pagina. «C'è sempre stato feeling con i romanisti, ho spiegato cos'è successo ma ora è tutto alle spalle. I fischi del San Paolo? Vuol dire che mi temono ancora...». (...)

Luis Enrique ringrazia Totti e ricambia i complimenti: «E' un punto di riferimento per Roma intera e un giocatore importante. Con lui ho sempre avuto un bel rapporto». (...) «Sì - ammette il tecnico - sono felice perché ho visto la squadra fare il lavoro che volevo. E' stata una partita "matta", poteva finire in ogni modo e siamo stati fortunati: poteva finire 5-5 o 5-4 per il Napoli e sarebbe stato un "casino" per me...». Bravo e fin troppo modesto: lo spagnolo mostra la parte migliore di sé prima di tornare ad affilare la lama. «Quando vinciamo dite che cresciamo e quando perdiamo siamo in discesa ma non è così. Anche con l'Udinese non avevo visto una Roma inferiore, di diverso c'è solo il risultato. Gli attaccanti si sono sacrificati? Benvenuti nel calcio moderno... Quando affronti una squadra come il Napoli se le due fasi non sono dello stesso livello fai una brutta fine». La squadra è ripartita in pullman chiudendo la trasferta-lampo senza ritiro (altro punto a favore di Lucho), ma il tecnico vede la sua Roma lanciata «su un treno velocissimo, non avevo dubbi sin dal primo giorno. Io sto capendo i giocatori e viceversa». Poi chiarisce la sua reazione stizzita all'etichetta di allenatore-italianizzato. «Sto benissimo qui, se ho risposto così sabato è perché la domanda era sul modo di giocare». Nota di merito a Lamela, «sta diventando un giocatore importante», parole di speranza sul rinnovo di De Rossi: «Non c'è fretta e lui è pienamente coinvolto nel progetto». (...)