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De Rossi, notte da Mondiale

(Il Romanista – E.Masetti) – Oltre un’ora in campo, con tante cose buone fatte davanti alla difesa (ruolo che ricoprirà durante la stagione con la Roma, con tutte le differenze del caso) e un solo errore nel secondo tempo.

Redazione

(Il Romanista - E.Masetti) - Oltre un’ora in campo, con tante cose buone fatte davanti alla difesa (ruolo che ricoprirà durante la stagione con la Roma, con tutte le differenze del caso) e un solo errore nel secondo tempo.

Che stava per costare carissimo all’Italia. Per fortuna Buffon ci ha messo una pezza - con l’aiuto di Llorente che non è stato abile nel battere a rete - e De Rossi ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Sorridendo. Così come aveva sorriso fin dal riscaldamento e soprattutto durante l’inno. La Nazionale gli era mancata, adesso che l’ha ripresa non intende lasciarla più. E ieri, a Bari, nello stesso stadio che l’aveva visto protagonista (in negativo) con la Roma, Daniele è tornato ad indossare la maglia azzurra. Numero 5. Il numero di Falcao. Un numero che gli è sempre piaciuto. Anche questo motivo di sorriso. In una serata di gala, visto che l’Italia affrontava non solo la Spagna campione del Mondo, ma anche e soprattutto quella stessa Spagna che viene guardata come modello da tutta Europa. Al San Nicola, con Cassano capitano per volontà di tutta la squadra (e a 29 anni chissà che questo non lo aiuti a crescere definitivamente) è notte da ricordare e uno come De Rossi non poteva non starci. Partita a ritmi blandi, che finisce 2-1 per l’Italia con gol decisivo di Aquilani al 38’ del secondo tempo. Una bella iniezione di fiducia per l’ex romanista, festeggiato da tutti i compagni come se fosse una partita ufficiale. Non lo era, ma l’Italia ha affrontato l’impegno al massimo: a fare la differenza nel primo tempo è la classe di Iker Casillas che, dopo il palo colpito da Criscito da fuori area, dice di no a Cassano e Giuseppe Rossi soli davanti alla sua porta. Non riesce invece a fare nulla sul pallonetto di Montolivo, ben lanciato ancora da Criscito.

Il primo quarto d’ora dell’Italia è da applausi: gli Azzurri ci tengono a fare bene, si capisce dall’esultanza di Prandelli e tutta la panchina al gol e si capisce anche da come l’Italia chieda informazioni sul rigore assegnato ai campioni del Mondo dopo un fallo - dubbio - di Chiellini su Llorente. Sul dischetto va Xabi Alonso che batte perfettamente e trafigge Buffon. L’Italia arretra un po’, gli spagnoli salgono in cattedra nel possesso del pallone - soprattutto sua maestà Iniesta - ma il risultato all’intervallo non cambia. Nella ripresa l’Italia mantiene la formazione tipo, con Marchisio al posto di Motta, mentre la Spagna, con la Supercoppa alle porte, cambia quasi tutto. Debutta con la nazionale maggiore anche Thiago Alcantara, spagnolo di origine brasiliana nato proprio a pochi chilometri dal San Nicola. Nei primi minuti non accade praticamente nulla, fatto salvo un intervento di Ranieri, seconda voce Rai, che tornando sulle sue dichiarazioni su Totti di qualche giorno fa alla Gazzetta del Sud conferma «di non aver mai detto quelle cose sulla pigrizia. Il giornalista ha rettificato e quindi il caso è chiuso». In quel momento il telecronista Bruno Gentili interviene dicendo: «Anche perché Francesco Totti è ritornato alla grande da gravi infortuni, è solo da ammirare». Punto e fine della questione. Si torna alla partita, con la Spagna che alza il baricentro e l’Italia che prova a sorprenderla in velocità. Idea che non riesce, quindi Prandelli cambia: fuori Cassano (standing ovation del San Nicola per lui) e Rossi, dentro Balotelli e Pazzini. Passa qualche minuto e esce De Rossi, lasciando il campo all’amico Aquilani. E’ lui con un tiro da fuori area, deviato, a decidere la partita.