(Corriere della Sera-G.Piacentini) È stato il Lamela day. Sono bastati sette minuti al talento argentino per conquistare il pubblico dell'Olimpico. Una promozione meritata e certificata anche da Francesco Totti,
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De Rossi: «Siamo una squadra vera»
(Corriere della Sera-G.Piacentini) È stato il Lamela day. Sono bastati sette minuti al talento argentino per conquistare il pubblico dell’Olimpico. Una promozione meritata e certificata anche da Francesco Totti,
che dopo il gol si è alzato in piedi per tributargli un applauso più che meritato, e da Luis Enrique. «È un calciatore forte – l'analisi del tecnico - che deve incorporare alle sue qualità il gol. Mi è piaciuto il suo atteggiamento e la sua personalità. Ha 19 anni ed è un giocatore speciale, diverso dagli altri, un calciatore straordinario ma può ancora migliorare. Ma è stata brava tutta la squadra, vincere con il Palermo non era facile».
Una vittoria fondamentale, soprattutto perché è arrivata dopo la delusione del derby. «La vittoria è sempre importante, noi cerchiamo di fare una proposta e quando questa finisce con un risultato positivo è sempre meglio. Ci sono cose che dobbiamo migliorare ma è normale che succeda in questo tipo di partite». La Roma ha sofferto ancora nel finale e con tre registi in campo non è riuscita a gestire al meglio la partita, concedendo troppe opportunità al Palermo. «Cerchiamo di sfruttare il possesso palla per non subire azioni pericolose ma a volte è impossibile e nel finale abbiamo sofferto. L'atteggiamento giusto c'è, siamo in crescita e speriamo di continuare così. La classifica non la guardo ma i tifosi capiscono questo sforzo della squadra e sono contento per quello». Stekelenburg e Juan sono stati protagonisti. «Stekelenburg aveva bisogno di una buona prestazione, gli farà bene al morale. Juan è un giocatore di immensa qualità e di livello internazionale, io però resto convinto che si vince e si perde tutti insieme».
Daniele De Rossi non ha segnato, ma nel secondo tempo è stato protagonista di un salvataggio su un tiro di Ilicic che vale come un gol. «Non voglio esagerare – le sue parole al termine della partita - dicendo che era più importante del derby, ma quasi. Era importante vincere e noi ci siamo riusciti soffrendo. Abbiamo fatto una partita da squadra, poi ci sono stati gli errori e le cose buone ma la Roma è stata una squadra più compatta di quella vista nel derby. Io vedo sprazzi di una squadra vera e di un vero gruppo. Niente è lasciato al caso, c'è un'idea ben precisa».
In campo è stato protagonista di un diverbio con Josè Angel. «Mi dispiace quando mi arrabbio con i più giovani ma io lo dico per lui, perché secondo me può diventare un fuoriclasse, con un pizzico di cattiveria e scaltrezza in fase difensiva può diventare uno dei migliori terzini sinistri in circolazione. Lamela? È bravo, sarà un'arma in più. Ha la “tigna” del giocatore esperto». Impossibile non guardare una classifica sempre più corta. «Non essere lì dopo sette partite sarebbe stato gravissimo, nonostante la rivoluzione e i cambiamenti. Siamo lì, ogni partita è difficile perché si tratta di un campionato equilibrato. Sul mio contratto ha detto tutto Baldini, non ci sono novità».
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