(La Stampa) - Pugno o ringhio, poco importa. L’Italia continua ad esportare immagini da osteria prima con Gattuso (testa contro volto di Joe Jordan), ora con l’assalto di De Rossi al provocatore Srna dello Shakhtar.
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De Rossi, il pugno che può costargli la Nazionale
(La Stampa) – Pugno o ringhio, poco importa. L’Italia continua ad esportare immagini da osteria prima con Gattuso (testa contro volto di Joe Jordan), ora con l’assalto di De Rossi al provocatore Srna dello Shakhtar.
Il centrocampista della Roma è uscito dai binari così come aveva fatto a Leverkusen sei anni e mezzo fa (calcione ad un avversario), ma, soprattutto, il 17 giugno del 2006, primo tempo della sfida mondiale Italia-Usa (colpo in faccia a McBride). Oggi la Disciplinare dell’Uefa aprirà un indagine e De Rossi rischia di finire in castigo per quattro partite europee una volta che i giudici analizzeranno le immagini televisive dei fatti di Donetsk. La Roma ha giocato in contropiede annunciando una multa salata. Chi, invece, è rimasto spiazzato è il ct azzurro Prandelli. In Nazionale vige un codice etico che impone un comportamento senza sbandate. Come verrà giudicato il raptus del romanista? Prandelli è sempre stato chiaro: «Non si può dare un pugno ad un avversario la domenica e giocare con la maglia dell’Italia al lunedì». Il ct ha già perdonato Balotelli, squalificato per tre turni in Premier perché giudicò quel rosso colpa di un fallo di gioco. Il gesto di De Rossi si commenta da solo, la chiamata per Slovenia-Italia è in dubbio.
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