(Il Romanista-M.Bianchini) Un killer a San Siro. Altro che gioco alla Gasperini, il modulo difensivo a tre o a quattro. I commenti logorroici impastati di emotività, tutti dedicati alla povera Inter strapazzata nel gioco dalla squadra di Enrique,
rassegna stampa roma
Dallo “scarparo” scuse tardive. Arbitri, non vogliamo un altro Russo
(Il Romanista-M.Bianchini) Un killer a San Siro. Altro che gioco alla Gasperini, il modulo difensivo a tre o a quattro. I commenti logorroici impastati di emotività, tutti dedicati alla povera Inter strapazzata nel gioco dalla squadra di Enrique,
hanno appena sfiorato un episodio gravissimo che ha rischiato di diventare il tema drammatico della serata.
È venuto in mente ai premurosi soccorrittori impegnati ad asciugare le lacrime meneghine che sul campo si era sfiorata una tragedia? Nessuno osi dire che la scarpa di Lucio sia capitata casualmente sulla faccia di Stekelenburg. Esistono decine di replay che lo inchiodano alle sue responsabilità. Ma non è finita qui. Al brasiliano si è unito nella farsa oscena pure il direttore di gara Mazzoleni di Bergamo e dei numerosi occhi dei collaboratori, pedissequamente impassibili. A quella ammonizione, caro sig. arbitro di Bergamo, avrebbe dovuto seguirne un’altra per un secondo fallaccio con conseguente cartellino rosso. Ma non poteva accadere! Lei si sarebbe reso colpevole di lesa maestà che purtroppo continua a condizionare chi osa applicare il regolamento che non sia a favore delle solite squadre con le magliette a strisce verticali. Senza Lucio in campo, il quale ha potuto continuare imperterrito ad esercitare il mestiere di fabbro, anche ai profani non dovrebbe sfuggire quanto abbia inciso l’arbitro sulla regolarità della partita. L’episodio ha ricondotto inevitabilmente al metro di giudizio diametralmente opposto a quello usato per l’espulsione di Angel. Signori arbitri, siamo appena all’inizio. Non vorremmo che nel proseguio del campionato ci capitasse un altro "signor Russo", il quale, di fronte alla macroscopica evidenza, costrinse il suo capo a scusarsi.
La Roma fa volentieri a meno di giustificazioni tardive. La squadra di Enrique vanta il primato di aver riportato nei nostri stadi il vero gioco del calcio, fatto di spettacolo e non di "ripartenze" vetuste con conseguenti traversoni alla "spera in dio". La novità ha offuscato pure la "mente grigia" del football italiano, Mario Sconcerti, che la considera vecchia di 80 anni, esattamente quanti gli sarebbero necessari per rinnovare il suo logoro pulpito. Tornando a temi più seri, concludiamo dicendo che nessuno chiede favori. Ci mancherebbe! Però avete il dovere di salvaguare ginocchia e caviglie della squadra che offre un calcio festoso. Forse qualche interista ha avvertito un senso di frustrazione che tuttavia non giustifica l’azione violenta dello "scarparo". Non se lo dimentichi Mazzoleni di Bergamo, e soprattutto lo rammenti ai suoi colleghi!
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