(Corriere dello Sport - G.Marcotti) C'è un dato che, più di ogni altro, riassume l'operato di Arsene Wenger.
rassegna stampa roma
Dal Principato a Londra via Giappone: così Wenger ha inventato uno stile
(Corriere dello Sport – G.Marcotti) C’è un dato che, più di ogni altro, riassume l’operato di Arsene Wenger.
Il passivo sul mercato delle rivali. Dal 2005 ad oggi, quello del Manchester United è di circa 60 milioni di euro, quello del Liverpool di 124 milioni, del Tottenham di 220 milioni, del Chelsea 280 milioni, del Manchester City addirittura di 400 milioni. E l'Arsenal? Niente, non ha un passivo. Anzi, l'Arsenal ha un'utile di circa 20 milioni di euro dal 2005 ad oggi nelle operazioni di calciomercato.
VIRTUOSO - E' un monumento all'oculatezza, all'abilità di prendere i giocatori giusti al prezzo giusto ( e, al tempo stesso, di venderli ' bene', per il miglior prezzo possibilie), a curare il vivaio, a non fare voli di fantasia o lasciarsi prendere dal panico. E, al tempo stesso, l'Arsenal ha saputo essere stracompetitivo, sia in campionato che in Champions ( vedi la finale persa contro il Barcellona a Parigi nel 2006) giocando al tempo stesso un ottimo calcio, forse il migliore al mondo dopo i catalani.
MODULO - Wenger nasce con il 4- 4- 2 poi si evolve per passare al 4- 3- 3. Schemi semplici ma efficaci, mirati ad esaltare le qualità tecniche e di palleggio dei suoi giocatori. Il Wenger di oggi non è quello che ha vinto la doppietta campionato- FA Cup nel 1998 e non solo per il cambiamento di modulo. In un calcio sempre più muscolare, l'Arsenal di oggi è in media cinque centimetri più basso e otto chili più leggero di quello di allora. Un approccio sicuramente in controtendenza. Ma del resto Wenger è sempre andato controcorrente.
DA MONACO AL GIAPPONE - Giocatore modesto, i primi veri exploit da tecnico sono arrivati al Monaco dall' 87 al ' 94. In sette anni ha vinto pochino - un campionato ed una coppa di Francia ma va ricordato che erano gli anni del Marsiglia di Tapie e delle gare ' aggiustate' ( come si scoprì in seguito). Wenger aveva offerte da mezza Europa ma, lasciato il Monaco, ha puntato sul Giappone ( « Volevo cambiare aria e confrontarmi con una nuova realtà » ) . Arrivato al Nagoya Grampus ha vinto la Coppa al prima tentativo e, 18 mesi dopo, è tornato in Europa, all'Arsenal. In 15 anni, tre scudetti e quattro coppe d'Inghilterra, più una finale di Champions League persa contro il Barcellona. Ma, più che i trofei, per lui parla il gioco, la mentalità, il fatto di avere trasformato i Gunners in una specie di laboratorio del calcio.
SCOPERTE - La lista dei giocatori arrivati giovanissimi all'Arsenal e che poi si sono affermati con la maglia dei Gunners è lunghissima: da Vieira a Henry, da Ashley Cole a Ljungberg, da Fabregas a Nasri. Senza dimenticare i vari Clichy, Sagna, Van Persie, ecc. E tutto ciò - come si è detto prima - senza fare spendere soldi alla proprietà ( anzi, permettendo agli azionisti di registrare un utile, anno dopo anno). Per un proprietario - che sia il romanista Tom DiBenedetto o chiunque altro uno come Wenger è manna dal cielo. In tutti i sensi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA