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Da Guardiola a Mazzarri. La rivoluzione delle panchine

(repubblica.it – M.Pinci) La cima della classifica non inganni. Se tra le prime cinque della griglia che ha chiuso il campionato soltanto una, il Napoli, cambierà allenatore, la situazione si ribalta scorrendo fino in fondo la graduatoria.

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(repubblica.it - M.Pinci) La cima della classifica non inganni. Se tra le prime cinque della griglia che ha chiuso il campionato soltanto una, il Napoli, cambierà allenatore, la situazione si ribalta scorrendo fino in fondo la graduatoria.

Con un posto per la prossima stagione ancora da assegnare, il terremoto delle panchine dice che soltanto sei tecnici su 19 possono pianificare il proprio futuro con la certezza (quasi) assoluta di ricominciare da dove hanno finito. Blindato Allegri, confermato Leonardo, in attesa di verbalizzare un "sì" sulla parola Reja. Per il resto, soltanto un mare di dubbi.

RIVOLUZIONE - Roma, Juventus, Palermo, Genoa, Bologna, Chievo, Cesena, Catania e le neopromosse Siena e Atalanta: tutte, tra chi ha già deciso e chi non ha sciolto il dubbio, rischiano di trovarsi a fare i conti con una faccia nuova. Anche perché, dopo aver chiuso il primo campionato senza tecnici scudettati (l'unico, Benitez, non è arrivato al 2011), in Italia continua il rinnovamento. Santoni della panchina come Lippi, Capello, Ancelotti - chissà - non abitano più qui: per questo, i club puntano a costruirsi in casa i tecnici rivelazione di domani. La strada aperta da Leonardo e Montella la seguirà a breve il Bologna con Bisoli, mentre al Genoa Preziosi dovrebbe affidarsi all'usato garantito Malesani. Ancora incerti, invece, Palermo e Chievo. A Verona attendono novità da Pioli - che dopo il contatto con Sabatini in ottica Roma - le ultime voci avvicinano alla panchina siciliana.

NOVITA' JUVENTUS, RINNOVO SAMP - Ma le scosse di assestamento coinvolgono anche le big. La Juventus, senza ombra di dubbio la più delusa tra le grandi, ha preferito non perdere tempo chiudendo di fatto con Antonio Conte: bandiera juventina da giocatore, avrà la possibilità del grande salto dopo la seconda promozione sul campo in serie A. Dopo il Bari due anni fa, il Siena. Che, ovviamente, dovrà ricominciare da zero: l'ultima idea è Ventura. Silenzioso benservito, invece, a Delneri, che dopo le gioie di un anno fa precipita virtualmente insieme a quella Sampdoria che al termine della stagione scorsa aveva traghettato in Champions League. E che oggi, dalla serie B, potrebbe ripartire con Montella (ma c'è anche Colantuono, pronto a lasciare l'Atalanta), anche perché Delio Rossi, che tra gennaio e febbraio era certo o quasi di diventare il nuovo tecnico blucerchiato, adesso avrebbe più d'una perplessità di ricominciare dal piano inferiore. A tentarlo, pensieri napoletani. E non solo.

STRAPPO NAPOLI - Il capitolo più grottesco dell'estate dei tecnici in bilico, infatti, lo stanno scrivendo a Napoli. Dove, dopo lo strappo di Mazzarri, la situazione si è rovesciata. Ora è De Laurentiis a preparare la rottura definitiva manca poco al licenziamento del tecnico che, invece, adesso vorrebbe restare. A Napoli aspettano Gasperini (che tarda per questo a dare una risposta al Palermo) dopo aver incassato il rifiuto di Reja, legato da un'amicizia d'acciaio con De Laurentiis, ma da una stretta di mano con Lotito e la Lazio anche per la prossima stagione. Senza dimenticare, però, proprio Delio Rossi: un matrimonio già sfiorato in passato e che, adesso, potrebbe improvvisamente trovare i tempi giusti per celebrarsi.

CAOS ROMA - A Roma il vero sogno è Guardiola. Mentre Montella chiede e attende chiarimenti sul proprio futuro, Baldini - atteso sabato sulle tribune di Wembley per la finale di Champions, forse anche con l'americano Pallotta - non si è ancora arreso all'idea di rinucniare a un top manager. E, incassato il "no" di Villas Boas, che oggi dovrebbe diventare ufficiale dopo l'annuncio su twitter, si concentra su un obiettivo: se la scelta di Sabatini (mercoledì dovrebbe rientrare dall'Argentina) si dovesse far attendere ancora per tutta la settimana, crescerebbero le quotazioni dell'allenatore catalano. Ma le alternative non mancano: Deschamps è il nome che, nella Trigoria di oggi, circola più assiduamente, ma la sensazione è che il general manager della nazionale inglese ne sia tutt'altro che convinto. Il licenziamento dal Chelsea ricandida inevitabilmente Ancelotti, spinto anche dalle parole di Totti ("Speriamo sia tra i papabili"). La stima della squadra, però, è già costata cara a Montella e il tecnico italiano preferirebbe enormemente restare a Londra, magari all'Arsenal, piuttosto che sposare un progetto tutto da compiere. Delio Rossi la carta a sorpresa, Pioli e Bielsa gli specchietti per le allodole che nessuno vorrebbe diventassero idee concrete. Neanche Sabatini.