rassegna stampa roma

Cuore e gambe stavolta non bastano

(Il Romanista-G.Caccamo) Derby al fulmicotone questa sera per il neofita Luis, derby pieno di insidie e di elettricità non solo per la pericolosità del ridisegnato attacco biancoceleste,

Redazione

(Il Romanista-G.Caccamo) Derby al fulmicotone questa sera per il neofita Luis, derby pieno di insidie e di elettricità non solo per la pericolosità del ridisegnato attacco biancoceleste,

ma anche a causa della cabala che mai come questa sera può favorire la Lazio così lontana dall’ultimo successo in un Derby; le osservazioni tattiche sono innumerevoli per una partita zeppa di esordiente per la stracittadina romana, e se pare scontato l’atteggiamento dei giallorossi nella nuova versione forse meno intensa nel possesso palla, ma più attenta nelle verticalizzazioni rapide e ficcanti, il modulo laziale sembra tradizionalmente ancorato all’utilizzo del classico centro-boa d’attacco Klose.

Soffre la Roma nella costruzione del gioco nei suoi primi 20 metri per la buona pressione laziale sulla linea difensiva giallorossa, ma le basta una accelerazione del duo Pianic Osvaldo per rompere l’equilibrio iniziale; dopo il goal, però, la squadra rinuncia forse troppo prematuramente al controllo del ritmo della partita; fa più gioco la Lazio ma le occasioni migliori se le mangiano gli attaccanti romanisti capaci di arrivare a tu per tu con Marchetti sia con i contropiedi sia nelle azioni manovrate con le squadre schierate; i meriti romanisti sono tutti nella capacità di disegnare la propria linea difensiva sul limite dell’area di rigore, costringendo i temibili arieti laziali a cercare la rete solo con conclusioni da fuori; in buona sostanza la pericolosità e le opportunità di segnare della Roma e la sua sagacia difensiva premiano senza ombra di dubbio l’undici romanista per un primo tempo chiuso con il solo goal di vantaggio. Sono 5 minuti di fuoco alla ripresa per Kjaer, svagato e poco concentrato al punto di regalare in un sol colpo pareggio e uomo in più ai cugini laziali. Saltano schemi e atteggiamenti e la sofferenza dei giallorossi si fa minuto dopo minuto sempre più evidente: solo l’ingresso di Pizarro dal 28esimo riesce a malapena ad alleviare la pressione biancoceleste sempre intensa ed arrembante; lotta con le unghie e con i denti la pattuglia giallorossa e per ben due volte sono i legni ad evitarle la capitolazione, mai rinunciando però ai tentativi di riprendersi il comando della partita.

È un secondo tempo a senso unico, comunque, impossibile da commentare sul piano tattico, visto anche il susseguirsi dei cambi obbligati fatti dall’allenatore romanista a seguito dell’inferiorità numerica. Peccato per quei minuti iniziali così dimessi e sottotono, peccato per un inizio di ripresa così poco deciso e pieno di titubanze, peccato per quel calo di concentrazione che ha inficiato in maniera determinate il corso dei secondi 45 minuti, fino a quegli ultimi 30 secondi di partita decisivi in negativo per la Roma. Se occorreva interrompere la serie romanista, forse meglio che sia avvenuta stasera, all’interno di una classifica fortunatamente così corta e incerta come da tempo il campionato italiano non viveva.