rassegna stampa roma

Corsa, idee e chiarezza per volare

(Il Romanista – C. Zucchelli) – Ieri allenamento mattutino, oggi riposo, domani doppia seduta. E domenica tutti a Firenze. Per volare ancora. Vincenzo Montella continua a mettere la Roma sotto torchio e non si accontenta certo dei tre...

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(Il Romanista - C. Zucchelli) - Ieri allenamento mattutino, oggi riposo, domani doppia seduta. E domenica tutti a Firenze. Per volare ancora. Vincenzo Montella continua a mettere la Roma sotto torchio e non si accontenta certo dei tre punti conquistati nel derby. Importanti sì, ma archiviati a poche ore dalla partita.

Perché il neo allenatore giallorosso è così: lo era da calciatore, lo è ancora di più adesso che è in panchina. E che prepara allenamenti e partita con un’intensità e una precisione che a Trigoria definiscono «sorprendente». Un metodo di lavoro in cui si riflettono tutte le esperienze del Montella calciatore: da Capello (i campioni devono sempre giocare) a Spalletti (la meticolosità nel lavoro quotidiano) passando per le i metodi inglesi (riposo a 48 ore dalla partita e Gps nelle sedute al Bernardini) e per un dialogo con i giocatori che riveste un’importanza fondamentale. Anche se - e questo va ribadito - alla fine le decisioni le prende sempre in totale autonomia, vedi la scelta di non far giocare Totti a Donetsk o la fiducia accordata a Doni. I suoi più stretti collaboratori sono Russo, già suo vice nei Giovanissimi, e Andreazzoli, già tattico nell’era Spalletti e punto di riferimento per tanti giocatori, felicissimi di essere tornati a lavorare con lui.

 

Da quando Montella, il più giovane allenatore della Serie A, ha ricevuto le chiavi della prima squadra, la società si è adoperata per consentirgli di lavorare nelle migliori condizioni possibili. Un esempio: ha chiesto l’acquisto di un sistema gps satellitare, utilizzato in Inghilterra e in Spagna ma non in Italia, utile a monitorare i metri percorsi, le velocità, le accelerazioni, i ritmi di 10 atleti al giorno. Si tratta di dispositivi simili a un cellulare che calcolano a fine giornata l’intensità e la qualità del lavoro. La spesa, di poco superiore ai 10mila euro, è stata utile per consentire allo staff tecnico di analizzare in tutto e per tutto il rendimento dei giocatori in allenamento. È questa, poi, un’altra delle parole chiave del metodo di Montella. Durante le sedute si corre, mai a vuoto: scatti, ripetute, cambi di direzione, esercizi che possano consentire di potenziare resistenza e velocità. La parte atletica è sempre alternata a quella tattica, il vero pallino di Vincenzo: prepara le partite con cura quasi maniacale nei dettagli, studia gli avversari a perfezione, pretende che i giocatori scendano in campo con dei compiti ben precisi da eseguire. Tanto che spesso si sofferma a spiegare e rispiegare i movimenti, come successo con Riise (e poi Castellini) nei giorni scorsi. Il derby l’ ha vinto proprio così: ha parlato tanto con Burdisso e Ménez, sulla cui fascia agiva Zarate, mostrando loro quali movimenti è solito fare l’argentino e come limitarne gli inserimenti. Non solo: ha chiesto sia al francese sia a Vucinic di non lasciare soli i terzini, ha fatto giocare la squadra corta, con particolare attenzione a Matuzalem e Ledesma, le fonti del gioco biancoceleste. Poi ha chiesto - e ottenuto - di non cadere nelle provocazioni dei laziali. E tutti i giocatori lo hanno accontentato. Totti, in particolare, è stato  semplicemente perfetto. I due parlano molto, Francesco, da quando Montella è in panchina, sembra rinato: pesa mezzo chilo in meno rispetto a quando giocava con Zeman (14 anni fa), è attento all’ alimentazione (nel suo ristorante preferito di recente ha rinunciato anche al tiramisù di cui è ghiotto), spesso si ferma a Trigoria per un supplemento di allenamento. Ha dato la sua disponibilità completa all’allenatore che, senza riserve, gli spiega ogni sua scelta. A lui, così come agli altri giocatori. La poca chiarezza che il gruppo rimproverava a Ranieri adesso è la parola chiave del rapporto tra Montella e la squadra.

Quando si è insediato, ha chiesto ai giocatori con quale modulo si trovassero meglio. Tutti hanno risposto 4-2-3-1, lui è stato d’accordo. Anche se non è un ritorno a spallettiane origini, quanto piuttosto qualcosa di rivisitato e corretto con idee che Montella studia e approfondisce ogni giorno. Senza tralasciare nulla, con professionalità. E questa, per la Roma, è un’ampia garanzia.