rassegna stampa roma

Corre Pjanic «Roma, ti vedo fra le prime tre Ce la puoi fare»

(Gazzetta dello Sport – F.Grimaldi) Gruppo di famiglia in un esterno (notte). Papà Pjanic, che di nome fa Fahrudin ed è stato pure lui calciatore, si coccola con lo sguardo il buon Miralem, al fianco di mamma Fatima.

Redazione

(Gazzetta dello Sport - F.Grimaldi) Gruppo di famiglia in un esterno (notte). Papà Pjanic, che di nome fa Fahrudin ed è stato pure lui calciatore, si coccola con lo sguardo il buon Miralem, al fianco di mamma Fatima.

Il terzetto se ne sta in disparte, osservando la bolgia intorno al pullman della Bosnia fuori dallo stadio Bilino Polje, mentre gli ultrà inneggiano a Dzeko, deluso dopo l'andata dello spareggio con il Portogallo. «Un'intervista? Prego, facciamo pure, ma preferisco parlare in inglese. Roma è diventata la mia città, io inizio a comprendere l'italiano, ma è presto per fare conversazione».

Pjanic, a giudicare da questo 0-0, la Roma sembra garantirle più soddisfazioni della nazionale. «Non è andata poi così male, anche se capisco che un pareggio in casa non sembri un buon presupposto per la sfida di martedì. Ma ci crediamo, nella ripresa siamo andati vicini al gol in più di una occasione. Dite che non siamo stati molto brillanti? Io, invece, penso che soprattutto nella ripresa la squadra si sia espressa bene, e che dunque per martedì si possa essere moderatamente ottimisti».

18 novembre 2009, stadio di Zenica, Bosnia Erzegovina-Portogallo 0-1. Si ricorda quella data? «Eccome, purtroppo. C'ero anch'io in quella partita, che ci costò l'addio al Mondiale. E adesso, due anni dopo, abbiamo voglia di rifarci».

Con i giallorossi, invece, lei ha iniziato in maniera eccellente. «Siamo in crescita. Lo dice il campo, e lo confermano i risultati. Ma ciò che più mi dà fiducia è il fatto di vedere un gruppo sempre più solido e uno spogliatoio compatto. Lavoriamo bene, c'è armonia, e il livello tecnico mi sembra altissimo. Ho buone speranze per il futuro. Il progetto è importante, la squadra mi ha conquistato, per non parlare poi della città. Sono sorpreso ogni giorno di più, anche dal calore della tifoseria. Una cosa mai vista».

E di Roma città, invece, cosa pensa? «Affascinante. Uno pensa di sapere tutto prima ancora di arrivarci. Potevo immaginare cosa avrei trovato, ma viverla da dentro è un'altra cosa. Incredibile».

Forse, l'unico aspetto calcistico ancora da rivedere nella sua squadra è un rendimento sin qui troppo altalenante. «Possiamo diventare più continui, certo, ma in alcune partite, come per esempio a Genova, non avremmo meritato di tornare a casa con una sconfitta. Vedrete, cresceremo ancora».

Previsioni per la stagione? «Guardi, secondo me possiamo puntare a entrare fra le prime tre a fine stagione».

Ambizioso: lottando, dunque, alla pari con le grandi, a cominciare da un Milan che ha ripreso a marciare forte. «In Italia considerate i campioni d'Italia come i favoriti numero uno per il titolo di quest'anno, ma ci siamo anche noi. La stagione è lunga, faremo un grande campionato. E poi, attenzione a Juventus e Napoli, mi hanno impressionato».

Secondo le pagelle della Gazzetta, fra i giallorossi più utilizzati, lei ha il secondo miglior rendimento assoluto, con una media voto di 6,19 a gara, secondo solo a De Rossi. A Novara i gol di Bojan e Osvaldo sono arrivati grazie ai suoi assist. Dove vuole arrivare, Pjanic? «Non mi pongo limiti. L'inserimento procede bene, ma non poteva essere immediato. E poi ho un maestro d'eccezione come Totti: è incredibile allenarsi e giocare con lui. E' un leader, e lo sapevo, ma è diverso da tutti gli altri. Il suo calcio è gioia. E ciò rende bellissimo stargli al fianco».

Arrivederci a mercoledì, quando tornerà a Trigoria. Con il passaporto bosniaco per l'Europeo in tasca? «Noi ci proveremo, ma dovremo essere più concreti. Fino a martedì penserò alla mia nazionale. Poi, dopo, sarò soltanto romanista. Per me è una sfida grandissima. Come andrà a finire, poi, lo scopriremo solo a fine stagione».