(Il Romanista-V.Valeri) I metodi di Luis Enrique attirano molti suoi colleghi italiani, alcuni di loro freschi dell’ambiente proprio come l’asturiano. E così la Val Pusteria, sede del ritiro della nuova Roma fino a ieri mattina,
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Corini: «Gioco e movimenti, sono colpito»
(Il Romanista-V.Valeri) I metodi di Luis Enrique attirano molti suoi colleghi italiani, alcuni di loro freschi dell’ambiente proprio come l’asturiano. E così la Val Pusteria, sede del ritiro della nuova Roma fino a ieri mattina,
è stata meta di diversi osservatori interessati. Oltre a Serse Cosmi e al veterano Arrigo Sacchi, è stato qualche giorno a Riscone di Brunico anche Eugenio Corini, ex centrocampista – tra le altre - di Juventus, Brescia, Chievo, Palermo e Torino. Ventidue anni di carriera, poi nel 2009 la decisione di dire basta a quasi 39 primavere, dopo la retrocessione con la maglia granata. La stagione successiva ha deciso di passare dall’altra parte della barricata, studiando come allenatore e ottenendo l’incarico di secondo con il Portogruaro neopromosso in B. Un’esperienza breve, come anche quella al Crotone nell’ultima stagione: in 3 mesi ottiene 8 punti in 11 partite, guadagnandosi l’esonero. Studiando Luis Enrique, chissà, Corini spera di trovare spunti decisivi per ingranare la sua carriera, finora breve e sfortunatissima. «Ero molto incuriosito da Enrique – ha spiegato il “Genio” al Romanista – perché avevo sentito che anche lui si rifà al modello di Luis Van Gaal. Anche io stimo moltissimo l’olandese, tanto che in inverno sono stato a Monaco per studiarlo. Così ho deciso di fare un salto nel ritiro giallorosso». Eugenio Corini è rimasto molto impressionato: «Sa come prendere i giocatori – continua – e ha capito che inserire una forte componente ludica durante il riscaldamento è importante, fa gruppo. Dal punto di vista tecnico, mi interessava assistere agli esercizi 2 contro 1 e 3 contro 2, oltre alla fase di possesso palla con la squadra schierata». In questa occasione, l’ex calciatore di Bagnolo Mella, nel bresciano, ha potuto rendersi conto dell’importanza di alcuni ruoli nella filosofia di Luis Enrique: «Il terzino è fondamentale – sottolinea – perché invece di sovrapporsi, si lancia nello spazio centrale e rende più facile l’assist per il regista. Crea più problemi alla difesa avversaria che perde punti di riferimento. Mentre l’avere i due centrali difensivi alti e uno che fa da schermo, come De Rossi, fa sì che gli avversari siano schiacciati all’indietro e permette alla squadra di controllare il gioco e non farsi trovare impreparata». In quanto al mercato, Corini approva su tutta la linea: «Heinze è uno tosto, con esperienza e carattere – commenta - , mentre Stekelenburg a mio avviso è uno dei migliori portieri d’Europa. Bojan e Lamela sono progetti di campioni, Valdes non lo conosco. Enrique, ne sono certo, saprà integrare grandi campioni e giovani talenti nel miglior modo ». Infine, sul campionato che verrà: «Milan in pole, perché ha vinto lo scudetto – ammette - , mentre subito dietro vedo Inter e Napoli. La Roma? Dipende da come finirà la campagna acquisti, comunque è già sulla buona strada»
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