(Gazzetta dello Sport-M.Graziano) Il Milan rallenta, l'occasione è ghiotta: assestare alla malconcia Roma un colpo da tre punti, volare a più quattro sui campioni d'Italia e stordire l'intera concorrenza scudetto.
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Conte tenta l'allungo «Ma temo l'Olimpico»
(Gazzetta dello Sport-M.Graziano) Il Milan rallenta, l’occasione è ghiotta: assestare alla malconcia Roma un colpo da tre punti, volare a più quattro sui campioni d’Italia e stordire l’intera concorrenza scudetto.
Insomma, da ieri pomeriggio l'aria si è fatta frizzante nel mondo Juve. Anche se Antonio Conte proprio non si fida dei tanti segnali negativi provenienti dalla Capitale. «So cosa troveremo — spiega il tecnico —, lo stadio Olimpico è come lo Juventus Stadium, i tifosi sono il dodicesimo uomo in campo. Roma è un banco di prova importante, lo è sempre stato anche ai miei tempi. C'ero quando Totti celebrò un 4-0 con il famoso gesto che mimava il risultato, o quando Cassano esultò stile piscina. Insomma, lì ne ho vissute tante di emozioni, positive e negative. La gara è sentita, e mi aspetto una Roma aggressiva, vogliosa di riscatto. Servirà concretezza quando la palla ce l'avremo noi». Seguono complimenti a raffica per Luis Enrique. «Averne di tecnici come lui in Italia — continua —. Mi piace come lavora, come fa giocare la squadra. Ci sono analogie fra la sua Roma e la mia Juve. Vogliano fare sempre la partita». Giudizio sincero? Con un po' di malizia si potrebbe pensare a un «tifo interessato», della serie: continuate così, che la concorrenza si assottiglia. In realtà, Conte stima davvero lo spagnolo, «ma purtroppo in Italia si guardano solo i risultati. Per esempio, a Firenze la Roma ha perso 3-0, ma non ha mai rinunciato a imporre il proprio gioco. E senza l'espulsione di Juan sono convinto che sarebbe finita diversamente. (…) La mano di Luis Enrique è evidente, la squadra ha un'idea di gioco ben precisa. Ripeto, averne di tecnici di questo calibro. Gli serve solo un po' di tempo».
«I miei Giaccherini» Poi Conte fa un passo indietro: «Avete visto il Cesena a Palermo? Ha vinto, e anche bene. Contro di noi avevate parlato di una squadra esageratamente rinunciataria, ma forse era proprio la Juventus ad aver dettato un ritmo insostenibile per il Cesena». Intanto, la serata di Coppa Italia, al di là della qualificazione ai quarti, «mi ha lasciato belle sensazioni — continua il tecnico leccese —.(…) La condizione fisica di tutti era infatti ottima, abbiamo finito in crescendo, correndo dal primo al centoventesimo minuto». E a livello di singoli, «mi è piaciuto molto Marrone, giocatore con un eccellente futuro davanti a sé, ma già pronto per il presente. Giaccherini? In passato ho sentito cose ingiuste su di lui, ha grande disponibilità e qualità, ma viene dalla serie C, e allora qualcuno lo considera solo un pedalatore. Invece, ha dimostrato sul campo le sue potenzialità, che sono parecchio utili al gruppo. In generale, comunque, toccatemi tutto, ma non i miei giocatori. Quando leggo critiche che non stanno né in cielo né in terra nei confronti dei vari "Giaccherini" di cui dispongo, vado su tutte le furie. Dite quello che volete, è però un problema quando toccate i miei calciatori. Per me sono fratelli. Di sangue». E allora ecco la difesa d'ufficio di Krasic: «A me Milos non è dispiaciuto contro il Bologna. Si sta impegnando molto per cercare di rimettere in discussione le mie scelte. E questo mi piace. La stessa strada che deve seguire Elia».
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