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Coni-Juve, botta e risposta

(Il Romanista – F.Cassini) – Un tavolo per pianificare il dopo Calciopoli. Questa la prospettiva aperta dopo il botta e risposta Coni-Juventus in seguito alla sentenza con cui il Tnas si è dichiarato incompetente sul ricorso della...

Redazione

(Il Romanista - F.Cassini) - Un tavolo per pianificare il dopo Calciopoli. Questa la prospettiva aperta dopo il botta e risposta Coni-Juventus in seguito alla sentenza con cui il Tnas si è dichiarato incompetente sul ricorso della Juve sullo scudetto 2006.

«Il calcio è malato di doping legale - ha detto il presidente Gianni Petrucci -. Io non ci sto più. Se va avanti così, sarà commissariato dall’opinione pubblica». La Juventus, che ha esaurito il percorso nell’ambito della giustizia sportiva, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio chiedendo alla Figc un risarcimento di circa 443 milioni di euro. La società si è rivolta al prefetto di Roma per il commissariamento della federazione stessa e alla Corte dei Conti perché la condotta della Federcalcio avrebbe creato un danno erariale. «C’è stata l’ultima sentenza della giustizia sportiva, ora perché proseguire, a chi porta vantaggio? - chiede Petrucci - Se si ha a cuore la propria squadra bisogna capire che a volte facendo un passo indietro se ne fanno due avanti. Non sono io a dover dire se sia stato giusto o sbagliato assegnare lo scudetto all’Inter». Pronta la replica del presidente della Juve Andrea Agnelli, in una conferenza stampa appositamente indetta: «Ho ascoltato molto attentamente la conferenza stampa del presidente Petrucci. È stato chiaro a tutti il riferimento alla Juventus, quando ha parlato di doping legale. Ma noi ripettiamo le regole», dice prima di inviare quello che Petrucci, in serata, definirà «un atto di disgelo».

«Chiedo a Petrucci e al nuovo ministro dello Sport, Piero Gnudi, di fare un passo avanti di aprire un tavolo politico.con l’obiettivo di valutare i fatti emersi dal 2006 al 2011 e concentrare i nostri sforzi, tutti insieme, per creare un futuro migliore per lo sport italiano e per il calcio di alto livello, una delle prime 10 industrie italiane e uno dei maggiori contribuenti». Al tavolo, la Juve si siederà per ottenere chiarezza. E non solo: «Il calcio è un gioco, ma è giusto anche essere consapevoli che è un business da centinaia di milioni di euro». Il riferimento al tavolo di lavoro non è casuale: proprio Petrucci aveva annunciato la creazione di un comitato di saggi per capire «come difendersi da questi ricorsi perenni ai tribunali italiani». A formarlo Pasquale De Lise, Paolo Salvatore, Piero Alberto Capotosti, Roberto Chieppa e Giulio Napolitano (figlio del presidente della Repubblica). Il loro compito è quello di «valutare le norme, vedere se possono essere integrate e difenderci». «Ogni regola -osserva Petrucci- viene aggirata da avvocati e furbastri che dicono tutto e il contrario di tutto, ma lo sport è etica e lo stiamo rovinando noi. Quando si farà il tavolo? Nel più breve tempo possibile». E l’Inter? Da via Durini arrivano segnali incoraggianti: «A un invito del presidente del Coni, che è una persona perbene, e che soprattutto guida un’istituzione importante, non mi posso minimamente sottrarre - ha detto il presidente Moratti -. Condivido il senso di responsabilità con cui ha affrontato questo particolare momento del calcio italiano, che ci auguriamo possa tornare a essere soprattutto uno sport e meno un problema di tribunali»