(Corriere della Sera) - Può essere per una notte sola, visto che Napoli e Lazio giocano oggi e che l’Inter ha una partita in meno, ma la Roma al secondo posto ridà al campionato un sapore antico.
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Con Totti e De Rossi la Roma torna seconda almeno per una notte
(Corriere della Sera) – Può essere per una notte sola, visto che Napoli e Lazio giocano oggi e che l’Inter ha una partita in meno, ma la Roma al secondo posto ridà al campionato un sapore antico.
La vittoria per 3-0 sul Cagliari, che non aveva demeritato fino al secondo gol, nato da una papera di Agazzi, è importante per due motivi: arriva a tre giorni dal derby di Coppa Italia che, anche se vinto, aveva portato via energie alle gambe e alla testa; in campionato è la quinta vittoria nelle ultime sei partite e quella che manca, la sconfitta a Genova contro la Samp, è stata figlia di due errori che Juan, almeno in coppia, non commetterà mai più in vita sua. Ma il calcio toglie e il calcio dà e, soprattutto se il calcio è quello di Claudio Ranieri, gli episodi hanno una superiore percentuale di incidenza sulla gara.
Platini e Boniek, in tribuna, avranno pensato che il loro calcio aveva molta qualità in più. La critica al gioco di Ranieri, del resto, conta un partito numeroso anche tra i tifosi della Roma, ma sarebbe ingeneroso accollare al tecnico di San Saba una colpa che non ha: non era venuto qui promettendo spettacolo, ma risultati. Li sta ottenendo e, almeno nel finale, dopo il 2-0, si è vista anche qualche bella azione in velocità.
Come aveva fatto nel derby, anche questa volta Ranieri ha deciso di gestire i cambi e i ritmi. Menez e Vucinic sono andati ancora in panchina e sono entrati (per Taddei e Borriello, non felicissimo del cambio) al 67’. I due hanno costruito in velocità il gol del 3-0, impreziosito dal francese con una bella finta che ha mandato per terra Agazzi, naturalmente incolpevole sul rigore di Totti (22’) e colpevolissimo sul 2-0 di Perrotta (70’), quando non ha trattenuto un facile colpo di testa di Juan. Le sostituzioni che alzano la qualità in campo sono ormai un marchio di fabbrica di Ranieri, quasi una superstizione.
Il Cagliari esce dall’Olimpico convinto di non aver giocato peggio e di essere stato condannato soprattutto dagli episodi. Il peccato mortale, però, è stato affrontare la gara con aggressività solo intermittente. C’è poi il discorso arbitro. L’errore di Gava non è stato considerare da rigore la «cravatta» di Canini a De Rossi, a tre metri dalla porta dopo il colpo di testa di Borriello, su bel cross di Totti. Ci poteva stare. Con lo stesso metro, però, poteva essere da rigore anche un intervento scomposto di Juan su Nené dopo soli 5’.
De Rossi e Totti sono stati i migliori della Roma. Il primo per il dinamismo che lo ha portato a guadagnarsi il rigore nell’area avversaria e a neutralizzare in difesa tutte le trame pericolose del Cagliari. Il secondo è parso rinfrancato dal gol su rigore, il terzo di un campionato smilzo di soddisfazioni, ma anche dalla presenza di Taddei e Perrotta, cioè due giocatori capaci di andare nello spazio senza portare palla. Peccato non sia il gioco che valorizza al massimo Borriello. Ma se Ranieri troverà la giusta via di mezzo, la Roma può ancora dire tanto in campionato e altrove.
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