rassegna stampa roma

Con o senza Champions La partita di Montella

(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Sedotto e abbandonato? Ieri mattina, la lettura dei giornali è stata piacevolissima. Quanti complimenti da Thomas DiBenedetto. «Bravo. Ha rigenerato la squadra.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Sedotto e abbandonato? Ieri mattina, la lettura dei giornali è stata piacevolissima. Quanti complimenti da Thomas DiBenedetto. «Bravo. Ha rigenerato la squadra.

Ha un feeling straordinario con i giocatori. Ha spazzato via quella nuvola nera che gli impediva di far bene» . Qualche ora dopo, l’eco di un’intervista rilasciata da Pep Guardiola deve avergli messo dei pensieri. «Credo che il mio periodo al Barcellona stia finendo— ha annunciato l’allenatore blaugrana —. L’Italia? Verrò se avrò ancora voglia di allenare, ci vuole entusiasmo ed altro per prendere una simile decisione» .

Che chance Vigilia di Roma-Juventus, crocevia della stagione, prima di due stazioni (la prossima Felice delle parole di DiBenedetto, ha già sentito Baldini. Può ottenere una chance e preparare il terreno a Guardiola a Udine) dove passa la Champions romanista. Vincenzo Montella ha tenuto la squadra in una campana di vetro, impermeabile al trambusto societario. Domani sera si affiderà ai suoi uomini, i soliti: De Rossi e Pizarro in mediana, Totti e Vucinic davanti. Borriello finirà ancora in panchina. Oggi, con la stampa, manterrà il solito profilo: il suo compito è ottenere il massimo da questa stagione, non pensa a convincere i prossimi proprietari, chi arriverà farà le sue valutazioni. Ma Montella è ambizioso e determinato. «Non mi considero un traghettatore, non mi sento inadeguato» , ripete spesso. Montella sa di giocarsi una partita tutta personale in questo finale di stagione. A maggio la sua carriera potrebbe spiccare il volo, qui o altrove. «Mi auguro che i nuovi proprietari non guardino solo al piazzamento in classifica» , ha detto anche. Già. Perché portare la squadra al 4o posto potrebbe spalancargli decine di porte, ma, paradossalmente, restringergli quella giallorossa. Una Roma in Champions, infatti, richiamerebbe più facilmente grandi nomi in panchina. Carlo Ancelotti, per esempio, quando è stato contattato l’ha posta come conditio sine qua non. Perdere il treno per l’Europa, invece, potrebbe lasciare la Roma più alla «portata» di Montella, dargli un altro anno per mostrare le sue capacità e, magari, preparare il terreno al suo successore. Montella ha già avuto modo di salutare Franco Baldini, con cui in questi anni ha mantenuto buoni rapporti. La scelta del prossimo allenatore romanista sarà competenza del direttore generale.

Suggestione E qui si inserisce Pep Guardiola. Fu il primo nome che DiBenedetto propose proprio al general manager dell’Inghilterra: l’allenatore dei sogni, moderno, brillante, colto, vincente. Il miglior terminale del progetto statunitense. Con Baldini, sono ottimi amici, si stimano, si trovano. Al tecnico del Barça, oltretutto, Roma è rimasta nel cuore, e ci torna ogni volta che può: il fascino, l’atmosfera, le cene a San Lorenzo. Guardiola ha recentemente rinnovato il suo contratto per un’altra stagione, la prossima. «Sarà il mio quarto anno consecutivo al Barcellona — ha detto nell’intervista di ieri a Raisport —, in un club come questo non è possibile rimanere così a lungo» . Aspettarlo un anno e intanto «approfittare» di Montella, verificandone anche la crescita, potrebbe essere più di un’idea. Soprattutto con una Roma senza Champions.

Identikit DiBenedetto non ha perso tempo, il vero uomo del fare. Ha quasi completato l’organigramma futuro. La casella dell’allenatore è l’unica ancora da riempire. Non ci sono certezze, perciò si continuano a fare i nomi pure di Hiddink e Villas Boas. Si può solo tracciare un identikit: un allenatore che abbracci un progetto amedio/lungo termine, non pretenda proprio tutto e subito, voglia crescere con la squadra, «senta» la sfida rivoluzionaria di DiBenedetto e Baldini. Un Guardiola. Ma pure un Montella potrebbe andare bene, hai visto mai?