(Corriere dello Sport - L.Cascioli)Alla Roma non gliene va bene una. A Bari fa di tutto per chiudere con una sconfitta la sua brutta stagione, ma proprio non le riesce.
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Con la tenacia di Totti la Roma può crederci
(Corriere dello Sport – L.Cascioli) Alla Roma non gliene va bene una. A Bari fa di tutto per chiudere con una sconfitta la sua brutta stagione, ma proprio non le riesce.
Non le riesce perché Totti non è d'accordo con i suoi sciagurati compagni e vuole dimostrare ( come racconta sulla maglietta) di non essere morto. La scritta è in inglese, forse per farlo capire ai nuovi dirigenti, che nel frattempo stanno continuando a formalizzare l'acquisto della società e hanno finalmente versato la caparra: la famosa caparra dello zio Tom. Insomma, se non siamo al romanzo d'appendice, poco ci manca. Ma la Roma non riesce a chiudere con una sconfitta la sua brutta stagione, anche perché Montella, che all'inizio non era riuscito a motivare sufficientemente i suoi uomini, è abbastanza sveglio in panchina ed azzecca i cambi. La Roma non riesce a perdere neppure restando in nove, perché Rosi, negli ultimi minuti, ci mette tutto quello che ha nel ventre e fa venire il mal di pancia al Bari.
Certe partite di fine stagione sembrano però l'elogio della follia. Una Roma atona, completamente inerme ed inerte, lascia passeggiare il Bari nella sua metà campo per tutto il primo tempo. Questa superiorità dei pugliesi, più volitiva che tecnica, dà alla partita un volto curioso e inaspettato, con un risultato teatrale che nessuno si poteva mai immaginare, mentre la Roma, come nelle sue peggiori giornate, sembra voler mettere in musica l'orario delle ferrovie, tanto inconcludente e sbagliato è tutto quello che combina.
Poi De Rossi toglie dall'imbarazzo il suo allenatore facendosi espellere. Stava infatti giocando così male che la Roma, pur con l'uomo in meno, ci guadagna, perché ce n'è uno di meno a sbagliare e perché tutti quelli che sino ad allora erano rimasti a guardare, raddoppiano gli sforzi. La squadra giallorossa continua però purtroppo ad usare più le mani che i piedi e perde anche Perrotta (quanta teatrale malizia ci mette Masiello!) ma la Roma, anche se malconcia, resta su una sfera di gioco superiore a quella degli avversari e negli intervalli tra un palo e una traversa centrati dal Bari, continua a recitare la sua noiosa novena calcistica. Ai legni colpiti dagli avversari si aggiunge quello di Totti e così resta perlomeno accertato che anche la sfortuna, pur essendo notoriamente una baldracca, possiede un certo pudore. A questo punto terminale della stagione ci aspettiamo dalla Roma qualcosa di meno vago di quello che ci ha fatto vedere sinora. Il peggio che sa esprimere ce lo ha ormai mostrato a Bari e in altre recenti occasioni. La crisi della società deve aver fatto erroneamente credere ai giocatori che la pochezza del loro gioco dipendesse dalle incertezze relative al futuro.
Totti è riuscito a garantire alla squadra una linea di galleggiamento con molte audacie e molte finezze, che però appartengono solo alla sua dignità di campione. Continuerà a volerci stupire adesso che ha stabilito l'ennesimo record della sua inimitabile carriera? Se però al giocatore preme il bene della Roma, come del resto ha dimostrato sinora, crediamo tutti di sì. Ed è bene che chi ha vissuto questi ultimi eventi con molta amarezza ci creda. Sottoscrivo questa illusione, che almeno ha il pregio di essere positiva, anche se per quanto riguarda il calcio l'illusione è sempre una parola di incerto e dubbioso significato.
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