(Il Romanista - B.DeVecchi) - In linea teorica, il matrimonio tra gli americani e Unicredit potrebbe durare anche fino a dieci anni.
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Con DiBenedetto per dieci anni o forse di più
(Il Romanista – B.DeVecchi) – In linea teorica, il matrimonio tra gli americani e Unicredit potrebbe durare anche fino a dieci anni.
Lo prevede il patto parasociale consegnato alla Consob, depositato nel Registro delle Imprese e il cui estratto è stato pubblicato da “Il Sole24 Ore”. E’ proprio il principale quotidiano economico italiano a rivelare cosa è stato concordato dalle parti lo scorso 15 aprile a Boston. Il patto ha durata triennale. Può essere disdetto, ma con un preavviso di dodici mesi. Altrimenti, si rinnova tacitamente per altri tre anni. Nell’ipotesi però in cui la holding partecipata al 60% dagli americani e al 40% dalla banca decidesse di uscire dalla Borsa, in gergo è chiamato “delisting”, la durata del patto si accorcerebbe a cinque anni. Ma cosa accadrà, poi, alla scadenza del decennio? E’ stata riconosciuta a Unicredit un’opzione “call exit”, da esercitare 60 giorni prima del termine dei dieci anni. In pratica, la banca potrà chiedere al partner americano, la DiBenedetto As Roma LLC, di incaricare «una primaria banca d’affari» per cedere, tramite asta, il capitale della holding, che peraltro avrà sede a Roma. Tradotto: in questa ipotesi, nel 2021 l’As Roma sarà di nuovo in vendita. Ma c’è un secondo scenario. Alla scadenza dei dieci anni, la DiBenedetto As Roma LLC potrà acquistare «l’intera partecipazione detenuta dalla banca in Holdco (la holding, ndr) a tale data». Finché resterà con almeno il 5% del capitale sociale, Unicredit potrà nominare 4 dei 9 consiglieri della holding, presidente incluso e 5 dei 13 membri del Cda dell’As Roma. La banca, però, potrebbe nel frattempo riuscire a cedere buona parte del capitale, mantenendo comunque quel 5% residuo che le consentirebbe di avere un peso importante nel Cda della holding. Sarà infatti necessario, riporta “Il Sole 24Ore”, il voto favorevole di uno dei consiglieri della banca perché il Cda dell’As Roma approvi contratti per l’acquisizione di diritti su calciatori che comportino obbligazioni superiori a 10 milioni. Nel patto si stabilisce che Unicredit potrà cedere fino al 35% della holding «a uno o più investitori italiani che abbiamo ottenuto il gradimento da parte della DiBenedetto fino al 31 Marzo 2012». E dopo il 31 marzo? Dopo, la DiBenedetto As Roma LLC avrà un diritto di prelazione.
LA POLEMICA SUI CONTI Ieri, la Consob ha convocato la responsabile pianificazione e controllo dell’As Roma, Cristina Mazzoleni. La Commissione voleva capire l’origine del documento finanziario da cui, l’altro ieri, “Repubblica” ha tratto spunto per commentare la situazione patrimoniale della società. E’ curioso che la Consob l’abbia chiesto alla Mazzoleni, visto che nell’articolo si spiega che il documento in questione è il “Legal due diligence report”. E cioè l’atto messo a disposizione dei potenziali acquirenti da parte di chi vende. In questo caso, Unicredit. L’origine del documento, insomma, era chiarissima. E’ stato comunque un incontro di routine, assolutamente tranquillo. Non ci saranno ulteriori strascichi, dicono in Consob. Per nessuno.
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