(Corriere dello Sport - L. Cascioli) - La Roma sta per affrontare un'estate gonfia di novità, dopo anni di immobilismo. Forse è per questo che sono tutti un po' nervosi.
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Coerenza e continuità per un piano vincente
(Corriere dello Sport – L. Cascioli) – La Roma sta per affrontare un’estate gonfia di novità, dopo anni di immobilismo. Forse è per questo che sono tutti un po’ nervosi.
Eppure per il calcio quella estiva è una stagione che dovrebbe risultare spensierata. Impazza il mercato e ci sono le vacanze. Tra una gita al mare e una in montagna, Luis Enrique, Lamela, Palacio e Silvestre vengono stipati in valigia assieme al costume, agli oli solari e ai souvenir! Ormai ci divertiamo solo a fantasticare; e un lieve sospetto ci accompagna: quello di essere diventati dei sognatori. Per quanto riguarda la Roma, confesso le mie incertezze; è una società che sogna in grande a tavolino e arranca poi nella realtà quotidiana. Le sue ambizioni sembrano palcoscenici addobbati per vicende che non la riguardano. E i tifosi sono ormai diventati da tempo spettatori delle loro stesse illusioni. Adesso però ci sono indizi che tutto questo stia per finire e allora è giunto il momento di fare un discorso chiaro. La Roma non è una barca finita casualmente sugli scogli e in attesa di essere riparata. La Roma di cui si parla da settimane è un progetto nuovo da costruire in cantiere, dallo scafo alle vele, dalla chiglia al timone. La Roma non è una barca che ha perso le ultime regate per colpa dei timonieri, è uno scafo vecchio che ormai rischia di finire sotto la linea di galleggiamento. L'intero progetto deve essere affidato a chi dovrà poi vararlo e pilotarlo. Cominciamo dall'allenatore. I tecnici più esperti, quelli più affermati, esigono una barca pronta a solcare i mari della Champions.
Per la Roma ci vuole un tecnico giovane e paziente, che abbia in mente un progetto chiaro di gioco, che deve essere lo strumento con il quale intende vincere ed affermarsi egli stesso. Un tecnico da impegnare nei tempi lunghi, che sappia creare una scuola, come Guardiola, come Ferguson. Il calcio è diventato un'impresa e le sue strategie, hanno bisogno di coerenza e continuità. La squadra deve essere nuova e giovane, con alcuni giocatori esperti nei ruoli- chiave. Vanno scartate tutte le soluzioni apparentemente suggestive, come quelle di fare della Roma una sorta di cimitero degli elefanti. Per i giocatori che vogliono finire con tranquillità la loro carriera ci sono le squadre di provincia. Qui si viene solo per vincere. La Roma del futuro deve essere la squadra dove i giovani campioni sperano di iniziare la loro carriera per affermarsi, per avere successo. Campioni di rimbalzo la Roma ne ha sempre avuti tanti, ma quando ha vinto qualcosa è perché li ha utilizzati di prima mano. O prelevandoli dal vivaio come Amadei, come Totti. O direttamente dalle squadre d'origine, come Manfredini, come Falcao, come Samuel. Nel costruire la nuova Roma si può imitare il Barcellona, inserendo alcuni giovani del vivaio in un tessuto di gioco garantito da gente di classe. Si può imitare il Manchester, cercando di costruire nel tempo una squadra forte, per scegliere poi, anno per anno un campione nuovo, capace di garantire freschezza e rinnovate ambizioni. Ma nell'uno e nell'altro caso bisogna possedere lucidità, correggendo anche gli eventuali errori di percorso. Insomma bisogna agire tempestivamente e soprattutto non sbagliare le prime mosse. Sono quelle decisive.
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