(Corriere dello Sport - P.Torri) Domenica scorsa, stadio Olimpico. Palchetto in tribuna Monte Mario, di quelli con frigobar, televisore, camerieri in giacca bianca che portano il caffè, hostess (niente male) con il nome scritto su una targhetta spillata sul vestito, roba che ti verrebbe voglia di fare il classico pappagallo italiano.
rassegna stampa roma
Che fine ha fatto Pizarro?
(Corriere dello Sport – P.Torri) Domenica scorsa, stadio Olimpico. Palchetto in tribuna Monte Mario, di quelli con frigobar, televisore, camerieri in giacca bianca che portano il caffè, hostess (niente male) con il nome scritto su una...
Dunque, in uno di questi palchetti, domenica scorsa ha preso posto tutta la Roma che, per infortunio o scelta tecnica, non poteva far altro che guardare. C’era Okaka con un nuovo taglio di capelli che Balotelli è un dilettante. C’erano Cicinho con il suo festival di tatuaggi. C’era Juan con la faccia seria. C’era Greco stile casual. C’era Kjaer che pure lui in fatto di tatuaggi non è che scherzi. C’era Lamela che si guardava intorno per scoprire l’effetto che fa. E c’era, soprattutto, un’assenza ingombrante. Quella di David Pizarro. Già, Pizarro, ma che fine ha fatto il cileno?
RISPOSTA -Quella automatica è semplice semplice: è a disposizione di Luis Enrique. Da mercoledì della passata settimana è tornato ad allenarsi con i compagni, dopo che il dodici agosto scorso, nel secondo tempo dell’amichevole di Valencia, era stato costretto a fermarsi per un problema muscolare poi quantificato in una lesione di primo grado al quadricipite della coscia destra. Detto questo, aggiungiamo però che la risposta che cerchiamo è un’altra. Cioè: che fine ha fatto il centrocampista cileno che fino al dicembre scorso è stato considerato, con molte ragioni, uno dei giocatori imprescindibili della squadra giallorossa? Si dirà: è a disposizione. Non è esattamente così. Anzi. Perché prima le difficoltà di comunicazione, chiamiamole così, con Ranieri, poi l’alba dell’era americana, hanno fatto di Pizarro un giocatore in esubero. Al punto che non più tardi di qualche mese fa, al cileno è stata proposta la risoluzione di un contratto che naturalmente andrà in scadenza il trenta giugno del 2013, cioè dopo questo e il prossimo campionato. Il tutto può sembrare perlomeno bizzarro considerando le qualità tecniche del centrocampista sudamericano. Uno che ha nella proprietà di palleggio una delle sue caratteristiche migliori, qualità che sembra essere ideale per il possesso palla, primo comandamento del calcio di Luis Enrique. Anche se a pensarci bene, il palleggio di Pizarro non è mai quasi a uno, due tocchi e questo potrebbe penalizzarlo. Ma non è neppure questa la risposta che cerchiamo, c’è un’altra motivazione che lo penalizza. E la colpa, si fa per dire, è ancora di Claudio Ranieri.
COLPEVOLE -Il fatto è che la nuova Roma non ha dimenticato quello che è successo la passata stagione. Cioè quando il cileno partì per le vacanze natalizie (21 dicembre) per poi rientrare a Trigoria invece che, come previsto, il ventinove dicembre, soltanto il tredici gennaio, ufficialmente percurarsi un problema al ginocchio (condrite, lo stesso guaio che qualche anno fa fermò Doni). Già questo episodio piacque poco allora, così come alla nuova dirigenza. Oltretutto la cosa è peggiorata quando, una volta tornato a Roma, Pizarro non ha giocato fino all’esonero di Ranieri, per poi, una volta salutato il tecnico romano, tornare subito a disposizione. Questo atteggiamento, per un club che vuole rimettere al centro di tutto la Roma, è ritenuto inaccettabile. E da qui si è presa la decisione di divorziare. Risposta, no secco e deciso. Basti dire, per esempio, che in un’applicazione del suo telefonino, un programma che si chiama What’s appcome secondo nickname, il cileno ha scritto:«A Roma fino al 2013.Ma non si può proprio trovare una soluzione che non penalizzi la Roma? Perché, per carità, il comportamento del giocatore non è stato inappuntabile, anzi, però è sufficiente per rinuncare a un giocatore con le sue qualità?
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