(MF-Dow Jones - C.Augelli) - Ventidue ore complessive di trattative, intervallate da pranzi e cene in stile made in Italy: put and call, veicoli, governance, aspetti legali e garanzie. Uno stuoli di avvocati di diversi studi legali (Tonucci, Grimaldi, Carbonetti e Bingham), manager di Unicredit (Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso) e un imprenditore americano Thomas DiBenedetto, rappresentante di un consorzio con altri tre soci, James Pallotta, Michael Ruane e Richard D'Amore.
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Cessione As Roma, Unicredit e DiBenedetto vogliono una squadra vincente
(MF-Dow Jones – C.Augelli) – Ventidue ore complessive di trattative, intervallate da pranzi e cene in stile made in Italy: put and call, veicoli, governance, aspetti legali e garanzie. Uno stuoli di avvocati di diversi studi legali...
Tutti seduti per due giorni attorno ad un tavolo per la As Roma. L'intesa su tutti i punti dell'accordo si è trovata, per la firma ci si rivede il 15 aprile. Dove? Forse in Italia, forse negli States, si deciderà in seguito. Ma cosa è successo a tarda sera? Mentre il vice d.g. di Unicredit Paolo Fiorentino usciva annunciando un comunicato e ribadendo che sul prezzo l'intesa economica "è salda" non si muove, nessuno sconto, Thomas DiBenedetto non commentava ma si lasciava andare ad un pollice verso l'alto. Segnali positivi da entrambe le parti. E infatti la trattativa si era conclusa non con una sospensione, ma bensì con un arrivederci preciso: ci si rincontra solo per le firme, il lavoro è stato completato.
Almeno quello dei big, perchè adesso la parola spetta agli avvocati, che passeranno lunghe giornate a rifare completamente i contratti. La struttura dell'operazione è infatti cambiata: verrà costituita una Newco italiana (da qui l'esigenza di far slittare la firma) controllata al 60% da DiBenedetto As Roma LLC e al 40% da Unicredit (che poi potrà girare fino ad un massimo del 35% ad un partner italiano, in pole position c'è ancora Francesco Angelini), sono stati rimessi a punto tutti i patti parasociali e sono stati definiti una serie di accordi che prevedono aumenti di capitale e un finanziamento da parte di Unicredit. Proprio su questo punto c'è da registrare un importante passo in avanti fatto dalle due parti. Alla luce della situazione patrimoniale estremamente negativa del club giallorosso che chiuderà con un -36 quest'anno, e visto che la Roma non ha certezza di poter partecipare alla prossima Champions League, è stato stabilito che venga riposta una maggiore liquidità sulla competitività della squadra del prossimo anno.
Il prezzo dell'operazione non cambia, ma proprio alla luce dell'esigenza anche di sviluppare un progetto industriale di maggiore riuscita la banca è stata d'accordo con DiBenedetto nel dirottare una parte delle risorse economiche destinate alla banca direttamente nella società. Un bellissimo segnale per i tifosi che così potranno essere certi dell'obiettivo sia degli americani che della banca di voler dare vita ad una squadra competitiva che mira a risultati importanti. Più soldi in cassa dunque, più liquidità per la campagna acquisti e meno soldi al venditore, anche perchè il venditore resta nell'operazione e quindi può essere garantito sul ritorno dell'investimento. Infine il tema delle "garanzie". Unicredit ha chiesto a DiBenedetto delle garanzie suppletive rispetto a tutte quelle già concesse come capita nel caso di una struttura finanziaria che è cambiata. Essendo stata stravolta l'operazione si deve ristrutturare e quindi si riottengono anche le garanzie. Arriveranno? La risposta di DiBenedetto è stata chiara: "no problem".
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