rassegna stampa roma

C'è voglia di Osvaldo

(Il Messaggero – M. Ferretti) – Detta così, fa un certo effetto: la stella del mercato della Roma. Eppure, è la verità: Daniel Pablo Osvaldo, 25 anni, attaccante, argentino naturalizzato italiano (e per questo, ormai da mesi, nel...

Redazione

(Il Messaggero - M. Ferretti) - Detta così, fa un certo effetto: la stella del mercato della Roma. Eppure, è la verità: Daniel Pablo Osvaldo, 25 anni, attaccante, argentino naturalizzato italiano (e per questo, ormai da mesi, nel mirino dello staff di Cesare Prandelli, cittì della Nazionale azzurra) è la stella del mercato della Roma.

Solo per una questione di prezzo, per ora, visto che per prelevarlo dall’Espanyol sono stati sborsati quindici milioni di euro, bonus esclusi, cioè la cifra più alta che la Roma americana ha investito nel calciomercato per un singolo giocatore. Ovvio, perciò, che l’ex Atalanta, Lecce, Fiorentina e Bologna sia al centro delle attenzioni (e della curiosità) dei tifosi romanisti. Che, a dire il vero, l’hanno accolto con una punta forse eccessiva di scetticismo, anche in virtù del costo del suo cartellino, ma che sono pronti a spalancargli il cuore alla prima occasione. E chissà che la prima occasione non sia proprio la prossima partita, la prima (seconda...) di campionato contro il Cagliari.

Osvaldo è atteso a Roma da un compito facilissimo e al tempo stesso difficilissimo. Sì, proprio così. Perchè sarà molto semplice non far rimpiangere Mirko, quello che entrava in campo svogliato e con la faccia di chi si era svegliato un attimo prima, ma sarà più complicato allontanare il fantasma di Vucinic, quello che - quando voleva - vinceva le partite quasi da solo segnando esclusivamente gol belli. Da un punto di vista strettamente tecnico, Osvaldo è più attaccante centrale del neo juventino ma l’impressione è che nel tridente che ha in mente Luis Enrique la sua collocazione (almeno in partenza) sarà più decentrata. Nulla vieta di pensare, però, anche a una soluzione tatticamente diversa, più accentrata. Intanto, analizzando il lavoro che l’italoargentino ha svolto dal giorno del suo arrivo a Trigoria, a poche ore dal pareggio contro lo Slovan Bratislava, non è azzardato ipotizzare che contro il Cagliari possa trovare una maglia da titolare. Luis lo sta provando tutti i giorni un po’ con Totti, un po’ anche con Bojan (ieri assente perchè influenzato) e un po’ meno con Borriello: come se la tentazione del tecnico asturiano fosse quella di proporre il tridente formato dal capitano, dall’ex Barça e appunto dall’ex Espanyol. Chiacchiere e basta, per il momento. O almeno fino a domenica all’ora di pranzo, quando Luis comunicherà al gruppo la formazione.

Lui, Dani, dopo la felice esperienza in Catalogna (44 presenze con 20 gol, 13 nell’ultima Liga) è pronto a rituffarsi nel calcio italiano e a presentarsi da padrone di casa all’Olimpico: uno stadio che ha frequentato poco, solo in tre occasioni, e nel quale ha vinto (contro la Lazio con la maglia della Fiorentina, 0-1, 4 novembre 2007), ha pareggiato (Lazio-Bologna 0-0, 29 novembre 2009) e pure perso (contro la Roma sempre con la maglia del Bologna, 2-1, 1 novembre 2009). Quell’infausto giovedì sera di Europa League, lo scorso 25 agosto, Osvaldo dalla tribuna ha potuto ammirare, restando a bocca aperta, lo spettacolo dell’Olimpico tappezzato di giallo e rosso e il calore di tifosi che l’hanno applaudito, anzi osannato, a scatola chiusa. La cosa non l’ha lasciato indifferente, anzi; e se ne è avuta la conferma nella conferenza-stampa per la sua presentazione, durante la quale ha messo in mostra paura zero e voglia di fare mille. Il paragone con Gabriel Omar Batistuta, che lo insegue fin dai tempi di Firenze, non lo spaventa ma lo esalta. Esagerato, sfacciato? La risposta vera potrà darla, come sempre, soltanto il campo. La Sud, intanto, sogna di veder spuntare in campo una mitraglia già domenica pomeriggio...