(Il Romanista - D.Galli) - «Servono più approfondite analisi». Non saranno svolte mai. È solo una scusa elegante. Ora è ufficiale, il Viminale ha bocciato il carnet della Roma. Sarebbe stata determinante la pressione delle tre Grandi della Serie A.
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Carnet, le big dicono no
(Il Romanista – D.Galli) – «Servono più approfondite analisi». Non saranno svolte mai. È solo una scusa elegante. Ora è ufficiale, il Viminale ha bocciato il carnet della Roma. Sarebbe stata determinante la pressione delle tre...
Milan, Inter e Juventus si sarebbero schierate contro. Una vendetta per il cambio di politica della Roma sui diritti tv, che ha voltato le spalle alle big per schierarsi con la stragrande maggioranza della Serie A? Fantascienza? Sarà. Il pacchetto per le 16 gare interne doveva essere messo in vendita oggi. Formalmente - bellissimo - mica sembra una bocciatura tout court.
L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive - si legge - «ha valutato la proposta della Roma, ma ha ritenuto necessario riesaminare l’iniziativa, che è meritevole di ulteriore approfondimento, dopo un periodo di piena applicazione delle regole stabilite nel protocollo d’intesa». La premessa è che, a detta dell’Osservatorio, bisogna tenere conto «dei risultati straordinari conseguiti nell’ultimo campionato, conclusosi con "incidenti zero", confermati anche in questa prima parte della stagione, da attribuirsi in larga parte all’entrata in vigore della tessera del tifoso». Come a dire, se la Roma introduce una card prepagata che può essere comprata anche dai non tesserati, si scaglia contro il sistema. Senza contare - è sempre la lettura dell’Osservatorio - che «l’introduzione di una ulteriore card potrebbe ingenerare incertezze a livello nazionale». Incertezze? E quali? Il progetto della Roma conteneva solo certezze. Il carnet avrebbe presentato la foto del titolare e non sarebbe stato venduto ai daspati e a chi fosse stato condannato per reati da stadio negli ultimi cinque anni.
Era scritto tutto nei minimi dettagli. Nulla era stato lasciato al caso. Il paradosso di questa storia, di questo pasticcio all’italiana, è che la componente dell’Osservatorio legata alle forze dell’ordine era d’accordo con la Roma. Avevano collaborato assieme, seppure sottotraccia. Ad affossare la proposta della società di lanciare un pacchetto di 16 partite all’Olimpico è stato il mondo dello sport. La Lega Pro non è stata disponibile al dialogo, ma pure la Lega di A si è messa di traverso. Milan, Inter in prima fila, e la Juve subito dietro, avrebbero fatto sapere, nelle opportune sedi, che erano contrarie all’iniziativa della Roma. Malignando, si potrebbe pensare a una ripicca per il riposizionamento della Roma americana sullo scacchiere della Lega. Sotto la gestione Unicredit-Sensi, il club aveva sostenuto Milan, Inter, Juve e Napoli nella battaglia per l’assegnazione della fetta dei diritti tv legata ai bacini d’utenza. Una scelta che DiBenedetto ha giudicato invece controproducente. Secondo qualcuno, è fantasia. Ma poi quel qualcuno si è messo a ridere: «Una ripicca? Chissà...».
E ora? La risposta della Roma non si è fatta attendere. Vendita del carnet sospesa «per spirito di responsabilità», si legge sul sito. La società, però, «non comprende le motivazioni della determinazione» e «si riserva di comunicare le proprie decisioni a margine del prossimo Cda, il 27 settembre». C’è la possibilità di ricorrere d’urgenza al Tar. C’è chi in seno all’Osservatorio glielo ha caldamente sconsigliato. Suggerendo invece di passare per la Lega e il Consiglio Federale. Una strada, però, lunga e tortuosa.
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