(Il Messaggero - S.Carina) Vederlo varcare i cancelli del centro sportivo Fulvio Bernardini ha lasciato più di qualche tifoso incredulo.
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Carlos Bianchi al “Bernardini”, ma Totti evita di salutarlo
(Il Messaggero – S.Carina) Vederlo varcare i cancelli del centro sportivo Fulvio Bernardini ha lasciato più di qualche tifoso incredulo.
Qualche buontempone per le radio locali e via internet ha anche iniziato a far circolare la notizia che la Roma avesse chiamato Carlos Bianchi per sostituire Luis Enrique. E invece il tecnico argentino – ex giallorosso nell’annata 1996-97 - ieri era a Trigoria solamente per una visita di cortesia. Dopo aver assistito alla partita Roma-Milan di sabato, l’allenatore sudamericano, dietro invito del club capitolino, ha deciso infatti di vedere la seduta di allenamento di De Rossi e compagni, prima d’intrattenersi per un breve saluto con i connazionali Burdisso, Heinze, Lamela e Gago. Dei calciatori della sua Roma - che con lui rischiò la retrocessione, salvandosi solo in extremis - c’era solamente Totti, ma i due non si sono incrociati. E nemmeno troppo casualmente. I rapporti fra i due non sono mai stati buoni. Quindici anni fa, Bianchi aveva caldeggiato la cessione del capitano alla Sampdoria per avere in cambio il finlandese Litmanen (o come alternativa Pandiani). Il triangolare Città di Roma con Ajax e Borussia Moenchengladbach tenutosi all’Olimpico il 9 febbraio del 1997 (nel quale Totti segnò due gol vincendo il confronto con Litmanen), cambiò lo scenario.
Morale della favola: Francesco non fu messo più in discussione, Litmanen riprese l’aereo per Amsterdam e Bianchi, da lì a poco, quello per Buenos Aires.
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