(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Cartoline dal Tardini, prime immagini di felicità: la mitraglia di Osvaldo, l'abbraccio tra Andreazzoli e Luis Enrique, l'urlo liberatorio di De Rossi, le parole di Totti:
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Carica Totti: «Ora abbiamo più certezze»
(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Cartoline dal Tardini, prime immagini di felicità: la mitraglia di Osvaldo, l’abbraccio tra Andreazzoli e Luis Enrique, l’urlo liberatorio di De Rossi, le parole di Totti:
«Successo importantissimo, aumentano le nostre certezze, affronteremo le prossime partite con più fiducia in noi stessi», e sembra un avviso ai naviganti. Oppure, la serenità trasmessa da Pjanic. Il suo inglese si inceppa, ma si capisce, e bene, quando dice «Luis Enrique is so cool». Stregato dallo spagnolo. «Con lui è facile avere un buon rapporto e mi piace il ruolo che mi ha ritagliato». Stregati tutti - «noi ci crediamo a questo progetto, avete visto come giochiamo?», gli fa eco Osvaldo - e forse da ieri sera anche noi cominciamo a capire il motivo di tanta infatuazione. Ma la vittoria racconta fino ad un certo punto, sono più chiarificatrici queste parole di Luis Enrique: «I giocatori non sono macchine, ma esseri umani. Gli piace divertirsi, per questo li faccio giocare all'attacco».
Anima Quando il motore girerà a pieni giri, saranno proprio le punte a beneficiarne di più, e a divertirsi. Fino a ieri, «stavamo facendo un lavoro enorme, con tanti sacrifici - racconta il match winner Osvaldo - e la fortuna non ci aveva aiutato granché. Questa vittoria ci sblocca, ci dà grande fiducia. Ripeto, noi crediamo a questo progetto e andremo fino in fondo. Ci vorrà un po' di tempo, se ce lo concederete potremo fare grandi cose». Quelle che comincia a mostrare Osvaldo, mister 17 milioni? «Non mi interessa quello che dice la gente o le chiacchiere su quanto sono stato pagato: io do l'anima sempre, ogni giorno, il mister lo vede e mi fa giocare per questo».
Sorrisi Soddisfatto e più sereno anche Simon Kjaer, certamente più di quanto è sembrato in campo, sostituito da Luis Enrique per non lasciare la Roma in dieci. «Questa vittoria ci dà la serenità che non avevamo, dalla prossima giocheremo più sciolti». Simone Perrotta, invece, trova le parole giuste: «Il risultato di stasera è la medicina migliore, una vittoria ci serviva anche per lavorare bene durante la settimana». Il presidente Roberto Cappelli, che sta per lasciare il testimone a DiBenedetto, chiosa così: «Tom mi ha stritolato il ginocchio negli ultimi dieci minuti». E finalmente si può sorridere.
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