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Caprari: classe, guizzi e umiltà

(Il Romanista – R.Fidenzi) – Gianluca Caprari è il giovane del momento. Il giovane della Roma. Mercoledì sera, contro l’Inter, Montella gli ha concesso un’altra chance. Si era già visto appena quattro giorni prima: col Milan,...

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(Il Romanista - R.Fidenzi) - Gianluca Caprari è il giovane del momento. Il giovane della Roma. Mercoledì sera, contro l’Inter, Montella gli ha concesso un’altra chance. Si era già visto appena quattro giorni prima: col Milan, all’Olimpico, aveva fatto il suo ingresso a sette minuti dalla fine.

Si è conquistato, poi, anche l’esordio in Coppa Italia entrando al posto di Menez. Ecco la storia di un predestinato. Gianluca è nato il 30 luglio del 1993. Un giovanissimo. Lui e la sua famiglia sono originari di La Rustica, Roma est. Ha cominciato a giocare nell’Atletico 2000, a Centocelle. È timido, silenzioso, un classico bravo ragazzo. Lo dipinge così chi lo conosce. D’altronde lo si nota, anche per il rapporto che lo lega alla famiglia. Un rapporto stretto. Quando segna due gol alla Lazio, nel derby Primavera, li dedica ai suoi familiari. E l’esordio in Champions a Donetsk? Quella sera dice: «Lo dedico alla famiglia, che ha fatto e continua a fare enormi sacrifici per me, sostenendomi in questa mia passione, che oggi è diventata una professione». Che Caprari dovesse diventare famoso era proprio destino. La storia è stata già riportata, ma è bene ricordarla. È un raccattapalle quando la Roma, il 26 gennaio 2008, vince col Palermo per 1-0 con gol di Amantino Mancini. Anzi, è "il" raccattapalle. È proprio lui il ragazzo che in maniera lesta mette il pallone sotto la bandierina del corner prima che i rosanero se ne accorgano. La Roma calcia quell’angolo alla velocità della luce trovando il gol a sorpresa. Seguono le polemiche del presidente rosanero, Zamparini, mentre in casa Roma regna la soddisfazione. Per Caprari è una specie di assist. Comunque una grande giocata. Come quella a San Siro, l’altro ieri sera: palla protetta in mezzo a due avversari e poi il tocco filtrante per Borriello. Non proprio un assist, ma quasi. In questa stagione d’oro, Caprari esordisce anche nella Nazionale Under 18 allenata da Alberigo Evani: entra a far parte del gruppo a settembre per uno stage e non ne esce più. Merito delle caratteristiche che lo stanno facendo emergere anche in giallorosso: tecnica e velocità. Intesa non tanto come rapidità di corsa, quanto come velocità di esecuzione. Che non è poco. Dopo l’esordio di Donetsk, Caprari dice pure: «Se voglio rimanere il più possibile con i "grandi", devo restare umile e non montarmi la testa». E dello stesso avviso è il padre, Mauro. Che per evitare troppe pressioni preferisce non parlare («fate finire il campionato in tranquillità a questo ragazzo, scusatemi e non la prendete come una scortesia»). Vuole essere lasciato tranquillo, dunque, per non destabilizzare il figlio. Un altro buon segno, perché la storia del calcio è piena di belle promesse che si sono perse dopo qualche partita nel calcio che conta. Non sembra essere il caso di Caprari, un ragazzo tranquillo che non ha nessuna intenzione di montarsi la testa. Come avrebbe potuto fare dopo quell’assist da raccattapalle. Tre anni dopo, non è più un raccattapalle. È un giocatore della Roma