(Il Romanista - V.Meta) - Vita dura per i predestinati, ma ancora di più per quanti quel destino decidono di riscriverlo. Se dici di no a una strada già tracciata per prenderne una sconosciuta, le responsabilità aumentano, quasi dovessi dimostrare di continuo di aver fatto la scelta giusta.
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Capradossi, dal rugby all’azzurro
(Il Romanista – V.Meta) – Vita dura per i predestinati, ma ancora di più per quanti quel destino decidono di riscriverlo. Se dici di no a una strada già tracciata per prenderne una sconosciuta, le responsabilità aumentano, quasi...
Lo sa bene Elio Capradossi, uno che ieri ha giocato la sua prima partita con la maglia azzurra dell’Under 16, ma che avrebbe potuto esordire in nazionale su un campo di rugby. Doveva essere quello il destino del giovane difensore nato in Uganda, magari nel settore giovanile della Rugby Roma (il papà Corrado è stato direttore generale del club), dicevano fosse anche portato per la palla ovale e invece non c’è stato verso di convincerlo. Troppo grande l’amore per il calcio per provare a dedicarsi ad altro. Il padre ha dovuto rassegnarsi e accompagnarlo al Tarascio invece che al Tre Fontane: scuola calcio nella Lodigiani fino a quattordici anni, quando viene notato dagli osservatori della Roma e inserito nel folto gruppo di volti nuovi approdati a Trigoria nell’estate 2010 per rinforzare la squadra dei ’96 in procinto di affrontare il campionato Giovanissimi Nazionali. Vincenzo Montella, suo primo allenatore in giallorosso, ci mette poco ad accorgersi delle sue qualità, al punto da consegnargli una maglia da titolare già alla prima di campionato.
Capradossi chiuderà la stagione con ventinove presenze, tutte dal primo minuto tranne una, quanto basta per guadagnarsi la stima di Sandro Tovalieri che, promosso in estate alla guida degli Allievi Nazionali, non ci ha pensato due volte ad aggregarlo a Ferri e compagni. D’altra parte, l’unico modo per accorgersi che gioca un anno sotto età è andare a leggere la distinta con le formazioni, perché tecnica e personalità vanno ben oltre i suoi quindici anni. Niente di strano che il ragazzo non sia passato inosservato dalle parti di Coverciano: prima convocazione alla fine di marzo con l’Under 15 di Antonio Rocca (insieme a lui c’era anche il compagno di Roma Matteo Adamo), confermato nei successivi stage. Nel nuovo organigramma dello staff tecnico azzurro, sulla panchina dell’Under 16 e 17 arriva Daniele Zoratto, che nel primo torneo della nazionale dei ’96 regala l’esordio a due romanisti - il portiere Gabriele Marchegiani e lo stesso Adamo -, mentre per la doppia amichevole contro la Slovacchia dalla Roma pesca il solo Capradossi. Rimasto in panchina martedì scorso, Elio ha giocato la sua prima gara in azzurro ieri mattina a Roveredo in Piano, nel 3-1 che la squadra di Zoratto ha rifilato agli slovacchi (doppietta dell’attaccante dell’Udinese Fabbro e gol del milanista Di Molfetta). «Sono molto contento di quest’esordio - ha detto -. Vestire la maglia azzurra è un’emozione unica e po penso che oggi (ieri, ndr) abbiamo anche mostrato un’ottima prestazione. È andato tutto nel modo migliore e sono molto felice. Continuerò a lavorare sodo per tornare a vivere certe emozioni». Rientrato a Roma ieri pomeriggio, Elio tornerà in campo oggi per preparare la sfida che domenica pomeriggio metterà di fronte alla Roma di Tovalieri il Crotone. Il tecnico, che l’ha schierato titolare nelle prime due partite prima di restituirlo ai coetanei per il derby, potrebbe tornare a fare affidamento su di lui, visto che al centro della difesa l’emergenza dura ormai da inizio stagione, in attesa del pieno recupero di capitan Romagnoli e del tesseramento del romeno Boldor. Intanto Capradossi si gode l’esordio azzurro. Senza rimpianti per la palla ovale.
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