(Leggo - F. Maccheroni) - Circa tredici mesi fa, sembrava che Franco Baldini, neo direttore generale, dovesse cambiare la Roma.
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Capitano, leader, presidente
(Leggo – F. Maccheroni) – Circa tredici mesi fa, sembrava che Franco Baldini, neo direttore generale, dovesse cambiare la Roma.
Non soltanto il gioco, ma la mentalità e l’immagine di questo tormentato club. Totti, intoccabile totem romano, era addirittura descritto «pigro» in un’intervista del dg. E dalle parole si passò ai fatti: qualche pretoriano del capitano finì infatti in purgatorio. Ieri, invece, Totti è sembrato il meno pigro di tutti. Perché dev’essersi svegliato di buon’ora per confidare i suoi pruriti, poi riportati con i vecchi fedelissimi tam tam ai giornalisti. Alle 9,30 di mattina già si sapeva che il capitano nella conferenza stampa annunciata per mezzogiorno sarebbe andato giù duro sulla società e sul mercato. Totti non ha deluso l’attesa. È andato oltre lo sfogo, dando l’impressione di lanciare addirittura un ultimatum. Ha chiesto campioni, «altrimenti non si vince», con o senza Zeman, che non va in campo. E vuole vincere subito (quindi l’ultimatum). Poi è passato al bersaglio grosso del club: e Pallotta per il capitano potrebbe anche essere annegato in piscina in gennaio scorso, dopo quel tuffo goliardico, perché non s’è più visto. Ha quindi fatto il paragone con i Sensi che essendo di Roma, erano molto presenti. Insomma, il pigro Totti ha messo tutti in riga. Torna padrone del palcoscenico. Mentre sembra gradire un ruolo più defilato Baldini (più solo dopo l’uscita di Luis Enrique, Tancredi e Lo Monaco).
A Brunico sono arrivati tutti, addirittura membri del Cda, come Baldissoni, ma il dg si vedrà domani o giovedì. Nel frattempo Sabatini, l’uomo del mercato, passa con nochalance dalla prospettiva di un «acquisto roboante» a «nessun campione» in vista. Nebbie. La proprietà chissà dov’è. Totti, invece, sta sempre lì. Sul trono.
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