(Gazzetta dello Sport - M.Brega) - Ha giocato al Monumental e alla Bombonera di Buenos Aires, ha difeso i colori della Selecciòn in Colombia negli ultimi Mondiali Under 20, ma con la camiseta giallorossa ancora non lo si è visto.
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Cantiere Roma, su chi puntare da sabato
(Gazzetta dello Sport – M.Brega) – Ha giocato al Monumental e alla Bombonera di Buenos Aires, ha difeso i colori della Selecciòn in Colombia negli ultimi Mondiali Under 20, ma con la camiseta giallorossa ancora non lo si è visto.
Erik Lamela fa sognare i tifosi della Roma a parole e si gode una gita in quel di Sky a Milano per registrare lo spot per «La casa dello sport». Il piede mancino, per ore, lavora lontano dal campo. Fiducia Lui tutta questa critica verso Luis Enrique fatica a comprenderla. «Ho visto una buona Roma che ha prodotto buone giocate — ha spiegato in spagnolo —. Non sono affatto preoccupato per l'inizio complicato della stagione, in fin dei conti contro il Cagliari abbiamo giocato bene. Non vedo tutta questa negatività intorno alla squadra». Sarà pure l'innocenza della giovane età (19 anni), però Erik sembra credere fermamente nel lavoro che sta portando avanti Luis Enrique: «La squadra risponde agli impulsi». Il recupero Uno sguardo ai compagni e uno anche a se stesso, visto che il recupero procede e nel giro di una settimana l'argentino potrebbe tornare a lavorare con il gruppo.
«Sono stato fermo diversi giorni e per questo mi manca ancora un po' il ritmo della partita — confida —. I pochi allenamenti che ho nelle gambe non mi consentono di essere al massimo per il momento. Per questo vorrei essere al 100% prima di mettermi a disposizione. Anche se ho una voglia matta di giocare». Meglio attendere, con saggezza, di aver rafforzato le caviglie: il campionato italiano non consente divagazioni. Annata no I difensori tosti li conosce, come conosce la sofferenza sportiva di un'annata che lo ha fatto partecipare alla retrocessione del River Plate e all'opaco Mondiale U20 argentino (eliminazione ai quarti contro il Portogallo ai rigori). «Ma tra i due eventi non ci sono punti di contatto. Con l'Argentina abbiamo fatto un buon Mondiale, siamo usciti senza mai perdere di fatto un incontro. Con il River invece è stato tutto inaspettato…». E lo sguardo da tifoso dei Millonarios si spegne. In attesa di ricominciare a sorridere con la Roma.
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