rassegna stampa roma

Cantiere Roma, chi salvare e chi bocciare

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Promuovere e bocciare è di per sè un mestiere difficile. Farlo con una squadra profondamente rinnovata, affidata ad un allenatore nuovo e «inesperto» copyright Luis Enrique, simbolo di un...

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Promuovere e bocciare è di per sè un mestiere difficile. Farlo con una squadra profondamente rinnovata, affidata ad un allenatore nuovo e «inesperto» copyright Luis Enrique, simbolo di un progetto che promette innanzitutto «discontinuità» copyright Sabatini, aumenta il coefficiente di difficoltà, rendendo quasi impossibili scelte senza riserve.

Come si fa a dividere i buoni dai cattivi in questa Roma ancora in cantiere senza farsi venire dubbi o concedere seconde possibilità? Cosa va In generale, sono apprezzabili le intenzioni della squadra, l'impegno di tutti anche sullo 0-2, la voglia di adeguarsi ai metodi di Luis Enrique, per quanto brutali, e apprenderne gli insegnamenti. De Rossi sostiene che la nuova identità della Roma sia già riconoscibile. Luis Enrique gli ha affidato il volante della squadra, piazzandolo davanti alla difesa. Lui sembra avere confidenza con questo nuovo ruolo, ma quando si ritroverà incollato un avversario per tutta la partita, che ne sarà del giochino? Ai suoi fianchi, Luis Enrique contro il Cagliari ha schierato Pjanic e Perrotta. Il bosniaco ha piedi magici, lancio, visione di gioco, tutto per essere un eccellente trequartista. Per fare l'interno, però, dovrà crescere in muscoli e velocità. Il Perrotta che conoscevamo è penalizzato da questo nuovo sistema, ma forse la sua esperienza può tornare utile. La difesa tutto sommato se l'è cavata domenica, soprattutto Heinze.

Jose Angel aveva brillato di corsa, cross e personalità, poi è naufragato. In attacco, la Roma sta vivendo di equivoci, il più grosso riguarda Totti, comunque uno dei meno peggio: così lontano dalla porta si rischia di normalizzarlo, danneggiando la squadra. Cosa non va Non c'è velocità di pensiero, le esecuzioni diventano lente e prevedibili. Molti passaggi in orizzontale, anche quando ci sarebbe bisogno di una verticalizzazione rapida. I giocatori sono così concentrati a svolgere il compitino che finiscono per non cogliere più le occasioni in cui un guizzo fuori dagli schemi farebbe la differenza. Luis Enrique se ne è reso conto? I giocatori «cattivi» appartengono a due categorie: fuori ruolo e spaesati. Osvaldo è il simbolo dei primi, Bojan dei secondi. Gago è fuori categoria, sostanzialmente inutile.