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Burdisso:”Roma, ho sbagliato Ma non è finita qui”

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) – L’appuntamento è per mez­zogiorno, dopo le terapie per lenire pic­coli acciacchi e il pranzo nella sala che si affaccia sul lago Lemano. Nicolas Burdisso è puntuale.

Redazione

(Corriere dello Sport – G.D’Ubaldo) - L'appuntamento è per mez­zogiorno, dopo le terapie per lenire pic­coli acciacchi e il pranzo nella sala che si affaccia sul lago Lemano. Nicolas Burdisso è puntuale.

Si sdraia sulla pol­trona senza condizionamenti. Nella not­te dei campioni c'è spazio anche per lui, tre giorni dopo la sconfitta di Milano contro l'Inter. Quell'espulsione è una fe­rita che si porta dentro. E' troppo presto per dimenticare. Ma stanotte è bello es­serci, anche se dalle sue parti potrebbe capitare un certo Cristiano Ronaldo. Che partita sarà? «Bella, un grande spettacolo. Di fron­te i due più importanti calciatori al mondo. Ronaldo non è un avversario fa­cile, non so se mi capiterà, in Naziona­le gioca un po' diverso. L'ho affrontato qualche volta in amichevole con squa­dre di club, mai in Nazionale, ma non era ancora questo Ronaldo. Per fermar­lo potrebbe essere intelligente raddop­piare la marcatura». Per un argentino è difficile non pun­tare su Messi.«Sono due grandi. Penso che unendo le qualità dell'uno e dell'altro si fa un fuoriclasse fantastico. E' più bello vede­re Messi con il pallone tra i piedi, men­tre Ronaldo fisicamente è straordina­rio. E' diverso anche il loro modo di dribblare». La Roma, se riuscirà a superare lo Shakhtar Donetsk, potrebbe trovare uno dei due in Champions League.«Non avrei dubbi: fa più paura il Bar­cellona di Messi. Per come gioca e per il periodo che sta attraversando. Ormai è entrato nella storia». Il c.t. dell'Argentina si ispira al Bar­cellona.«Non sarebbe male. E' la migliore squadra al mondo. Dobbiamo cercare di avvicinarci a quel modo di giocare. Anche noi dobbiamo puntare sul pos­sessopalla». Torna in campo dopo l'espulsione di San Siro... «Mi sarebbe piaciuto arrivare in Na­zionale con altri pensieri nella testa. Il rammarico resta e sarà così fino alla prossima partita». Tre espulsioni in questo campionato, un po' troppe.«Sono state tutte al limite e ognuna diversa dall'altra. Ci penso, eccome. Non riesco a rimuovere in fretta i miei errori. Da quel punto di vista devo mi­gliorare, per aiutare la squadra». Quel rigore e l'espulsione hanno se­gnato la partita.«Dopo l'1-1 stavamo giocando molto bene. Davanti eravamo pericolosi. Il rammarico è enorme. Parlo con i miei compagni di Nazionale dell'Inter e del Napoli. Loro ci temono, riconoscono la nostra forza. Ma dobbiamo essere più cinici». La sconfitta di San Siro allontana la Roma dal discorso scudetto.«Il campionato è ancora molto aperto. Quelli del Napoli stanno bene, sabato all'Olimpico sarà dura. Ma fino a due settimane fa la squadra al top era la Ro­ma. Le situazioni possono cambiare in fretta. L'Inter sta crescendo, ma non è quella dello scorso anno. Ti lascia gio­care e concede tante occasioni da gol. Anche il Milan non è irresistibile. No, per noi non è finita». La Roma sta cambiando proprietà e si fanno progetti nuovi per il futuro. Tra gli argentini chi consiglierebbe al­la Roma?«Xaves del Boca. E' un centrocampi­sta con grande fantasia. Ma sono in tan­ti che possono venire in Italia. Non cre­do che la Roma abbia bisogno di tanticambiamenti. La squadra è forte, pen­so che possano bastare due o tre rinfor­zi. Ma dobbiamo pensare di migliorare già ora. Non siamo usciti dalla lotta scu­detto ». Che idea si è fatto sull'imminente cambio di società? «Penso che dopo tanti anni con lo stesso proprietario, passare a un pro­getto completamente diverso può esse­re positivo. Io sono alla Roma da due anni, mi sono trovato benissimo con questa società. Ma il cambiamento farà bene anche all'interno». Sabato contro il Napoli mancherà per squalifica e non ci sarà neppure Mexes. Punterebbe su suo fratello Guillermo?«Sì, ma non sono io che devo decide­re. C'è un allenatore che fa le sue scel­te e che forse oggi lo vede ancora un po' inesperto. Su mio fratello sono pronto a scommettere. E ci tengo a precisare che non ho fatto nulla per farlo arrivare al­la Roma. La società si è mossa autono­mamente, io sono stato imparziale. Ma sono il primo a puntare su di lui, perchè vedo ogni giorno come lavora e si impe­gna. Sta crescendo, ma certo, crescere a Roma e diverso dal crescere a Parma o Palermo». L'ultima domanda. Dopo la lite di Cluj con Totti, oggi è tutto chiarito?«Non posso dire che sono amico suo, sono qui da due anni, non siamo cre­sciuti insieme. Ma Francesco è uno che si fa voler bene da tutti. Ci sono state tante altre situazioni simili che non so­no venute fuori, momenti di nervosismo che finiscono negli spogliatoi. Quello è stato uno screzio come tanti durante una partita. Non potrei mai criticare un compagno per un gol mancato. Nono­stante le incazzature, questo è un buon gruppo, unito. Ma sappiamo tutti che dobbiamo fare meglio. Io per primo».