(Corriere dello Sport - P. Torri) - C'è Bojan che è già nel ruolo della stella, un sorriso meccanico e via con i flash. C'è Stekelenburg che è un palmo più alto e sembra che nulla possa impressionarlo.
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Burdisso: “Come fosse la Champions”
(Corriere dello Sport – P. Torri) – C’è Bojan che è già nel ruolo della stella, un sorriso meccanico e via con i flash. C’è Stekelenburg che è un palmo più alto e sembra che nulla possa impressionarlo.
C'è Josè Angel che non vede l'ora di fare il debutto con la maglia della Roma in una partita ufficiale. C'è Heinze che ha il sorriso di quello che ha visto cose che voi umani nemmeno potete immaginare. C'è Totti che sorride e ricorda il presidente Franco Sensi. C'è Simone Perrotta che ha voluto esserci a tutti i costi. Ci sono i giovani, da Viviani a Verre, da Caprari ad Antei, che questa trasferta se la ricorderanno per tutta la vita sperando che sia la prima di una lunga serie. Eccola la nuova Roma, un mix di quello che è stata e quella che sarà, alla vigilia della sfida d'andata contro lo Slovan, in una Bratislava moderna ed equatoriale, pronta (si spera) per il primo esame di un progetto proiettato nel futuro anche se sarà bene cominciare a puntellarlo da subito, mettendo subito le cose in chiaro, stasera, contro una squadra che sogna la grande impresa e non fa nulla per nasconderlo.
BURDISSO - Non servirà probabilmente la Roma migliore per poter ipotecare già il passaggio del turno, ma sarà bene che i giallorossi non commettano errori di presunzione perché altrimenti i rischi si ingrandirebbero assai. Lo sa bene Nicolas Burdisso, uno dei veterani di questa Roma, uno a cui non piace perdere neppure a scopetta. Lui e parecchi suoi compagni sono stati abituati alla Champions, un'altra musica, ma l'argentino non è di quelli con la puzza sotto il naso: «Affronteremo l'Europa League come fosse la Champions, perchè questo lo dobbiamo alla storia della Roma e ai nostri tifosi. Non snobberemo nessuno, a cominciare dallo Slovan. Queste due sfide contro gli slovacchi le dovremo interpretare come fossero due finali. Sarà magari banale dirlo, ma io, i miei compagni e tutta la Roma vogliamo arrivare in fondo a questa competizione. Sarebbe importante e prestigioso pure se è chiaro che il livello non è quello della Champions, anche se devo dire che rispetto a duetre anni fa è cresciuto parecchio il livello dell'Europa League. Io mi sto trovando bene con la nuova filosofia di gioco che vuole il nostro allenatore. E' vero che noi difensori siamo costretti a rischiare di più, ma è anche vero che l'obiettivo è quello di giocare come una squadra. E' affascinante l'idea e proveremo a dimostrarlo subito, qui a Bratislava, pur sapendo che abbiamo ancora da lavorare. Con Heinze in passato ho giocato tante volte insieme nella nazionale argentina, in quattro- cinque occasioni siamo stati compagni come centrali, anche se più spesso lui giocava esterno. In ogni caso nessun problema. Siamo pronti a cominciare».
CASSETTI - Un po' meno ottimista, prima della partenza, è sembrato Marco Cassetti. Ma non è stato pessimismo, semplice contestazione di una realtà: «La Roma in questo momento è ancora un cantiere aperto, ma stiamo migliorando giorno dopo giorno. Affrontiamo questo impegno di Europa League puntando a vincere subito la gara d'andata. Abbiamo bisogno di un po' di tempo per assimilare filosofia e schemi di Luis Enrique. Ma sono convinto che ci riusciremo».
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