(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Cipolla, Batigol, Manos de Piedra: chi è davvero Pablo Daniel Osvaldo?
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Bum bum Osvaldo
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Cipolla, Batigol, Manos de Piedra: chi è davvero Pablo Daniel Osvaldo?
L'intruppone con lo chignon incorporato?L'erede di Batistuta «Ma io sono più tecnico», lo ha detto davvero? O il pugile che manda al tappeto i compagni?
Fa male Multato, sospeso, esposto al pubblico ludibrio. Mancava solo che finisse crocifisso in sala mensa. Ecco, nelle ultime due settimane Osvaldo si è sentito un po' Fantozzi. Tutti contro di lui, da impiegato modello a puccettone, da eroe popolare a parafulmine, il cazzotto alla fine ha fatto più male a lui. Non tanto per la punizione — che pure tutti i suoi compagni, compreso Lamela, hanno ritenuto sproporzionata —, quanto per la gestione di tutta la vicenda, data in pasto ai giornali dalla società. «Io avrei preferito — ha commentato Osvaldo alla consegna del Tapiro d'oro di Striscia — che restasse nello spogliatoio...». Indubbiamente, il ragazzo c'è rimasto male. Il suo nervosismo nei giorni scorsi è stato palpabile. Quando Osvaldo, come si dice da queste parti, ha sbroccato pure ad Heinze gli aveva fatto un'entrata delle sue, lui ha sbraitato e abbandonato l'allenamento, la società ha capito che doveva correre ai ripari.
Risolto? È toccato a Walter Sabatini — dei dirigenti il più garantista dall'inizio della vicenda — prenderlo da parte, ascoltarlo, parlargli, tranquillizzarlo. Missione compiuta, pare. Almeno per l'Osvaldo che si è visto nelle ultime ore a Trigoria: in forma, carico, pronto a scaricare la rabbia agonistica accumulata nella pausa contro la Juventus, insomma restituito alla causa. Sempre che Luis Enrique domani non gli faccia lo sgarbo ulteriore di preferirgli Borriello. Con Zichichi può accadere di tutto, ma qualcuno a Trigoria ieri dava a questa ipotesi le stesse possibilità di una imminente fine del mondo.
Stavolta con i piedi Niente scherzi, Osvaldo contro la Juve ci sarà. L'avversaria ideale — che peraltro l'estate scorsa lo cercò, prima di dirottare su Vucinic — per toccarlo nell'orgoglio e nel temperamento. E lui l'uomo giusto per resuscitare la Roma di Luis Enrique. Alla Juventus ha già segnato due reti, e in tutte le categorie. La prima il 25 novembre 2006, in Serie B, con la maglia del Lecce e Zeman in panchina, ma finì travolto da una goleada bianconera 4-1. La seconda più significativa: il 2 marzo 2008, al 93', 3-2 alla Juventus, primo successo della Fiorentina a Torino dopo vent'anni. Domani sera, farà coppia con Lamela. Non c'è bisogno di fargli le raccomandazioni, vero?
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